Furti in serie di 'oro rosso': sgominata la 'banda del rame' all'opera tra Abruzzo, Marche e Molise

Maxi operazione dei Carabinieri: in totale 25 le ordinanze di custodia cautelare emesse. Diversi i colpi nel Vastese

redazione
05/02/2016
Attualità
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Duro colpo al sempre fiorente fenomeno dei furti di rame nel territorio abruzzese, ed anche del Vastese, grazie ad un'articolata operazione dei Carabinieri della Compagnia di Pescara concretizzatasi con l'esecuzione di 25 misure di custodia cautelare nei confronti di soggetti italiani e romeni, indagati per i reati di ricettazione ed associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti e al riciclaggio dell'”oro rosso”.

Il blitz, scattato ieri alle prime luci dell'alba, è stato condotto con la partecipazione di oltre 100 militari di Compagnie delle province di Pescara, Chieti, Teramo, Foggia, Ascoli Piceno e Pesaro.

La complessa indagine ha preso il via nel mese di febbraio dell'anno scorso, a seguito del sequestro di un furgone carico di rame condotto da un giovane di nazionalità rumena. Da quell'episodio è partita un'articolata attività di approfondimento investigativo grazie alla quale è emersa l'esistenza di una ramificata struttura criminale costituita – hanno sottolineato i responsabili dell'Arma - da 5 diverse batterie di 'predatori', tutti di nazionalità romena, dedite alla commissione di furti consumati in aziende, cimiteri e private abitazioni tra i territori di Abruzzo, Marche e Molise.

 Le indagini hanno consentito di accertare il compimento di decine di colpi messi a segno con impressionante frequenza e pure spregiudicatezza. Secondo quanto accertato, il materiale rubato veniva trattato da un gruppo di italiani che fungevano da trai d'union tra le diverse bande, occupandosi prima della ricettazione del rame, poi della sua trasformazione e quindi del suo riciclaggio attraverso 2 società di smaltimento di rifiuti, con sede a Casoli e a Chieti. Di fatto, una volta ricevuti cavi, grondaie, tubi e tutto ciò che potesse contenere il prezioso metallo rubato, lo polverizzavano con appositi macchinari, per poi reimmetterlo illecitamente sul mercato.

GLI ARRESTI - Sono state arrestate 18 persone in flagranza di furto nel corso degli ultimi mesi, situazione che ha ridotto la consumazione di tali tipi di reato e messo in crisi l'organizzazione malavitosa, al punto da costringere il capo ad incitare i 'superstiti' ad incrementare i furti, arrivando perfino ad aumentare sensibilmente il corrispettivo pagato pur di mantenere immutati i quantitativi di metallo da lavorare. Nel mese di giugno i Carabinieri hanno deciso l'intervento nelle ditte: un blitz condotto unitamente a personale del Noe di Pescara ha portato al rinvenimento del mulino e di ben 8 tonnellate di rame triturato, 4 tonnellate di cavi ancora da lavorare e ben 20 tonnellate di residui di lavorazione. Ieri gli ulteriori sviluppi dell'operazione con nuovi arresti. Sono poi 10 le persone che si sono rese irreperibili, trasferendosi all'estero ed è per questo che gli inquirenti hanno sollecitato l'internalizzazione del provvedimento. In totale il bilancio dell'operazione è stato molto significativo: più di 30 tonnellate di rame recuperato durante l'indagine per un valore di circa 200.000 euro, a cui vanno aggiunti i danni di volta in volta commessi. Contestualmente agli arresti, il Gip del Tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, su richiesta del pm Andrea Papalia, ha emesso anche un decreto di sequestro dei capannoni e di 27 mezzi tra automobili, camion e rimorchi intestati alle 2 società, per un valore totale di circa 800.000 euro.



 

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