SESSIONE PLENARIA DI STRASBURGO PATRICIELLO: “L’EUROPA SIA FIERA DELLE PROPRIE LIBERTÀ”

Paolo Panaccione
17/12/2015
Attualità
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 Limitare le nostre libertà equivarrebbe a cedere al terrorismo e tradire quei principi di democrazia e tolleranza che sono il simbolo di conquiste politiche, economiche e culturali, parte integrante della nostra identità.

Così Aldo Patriciello, parlamentare europeo e membro del Gruppo Ppe, nel suo messaggio di auguri registrato nel corso dell’ultima sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. Un discorso in cui l’eurodeputato molisano ha toccato i principali temi dell’attualità politica, ponendo innanzitutto l’attenzione sui programmi e le sfide che attendono l’Unione Europea nei prossimi anni.

“L’anno che sta per chiudersi lascia dietro di sé immagini che non saranno cancellate facilmente dalla nostra mente”, ha dichiarato Patriciello. “La minaccia del terrorismo è tornata prepotentemente sulla scena mondiale mettendo a repentaglio quelle libertà e quei diritti della comune civiltà che sono parte integrante dei nostri valori”. E poi i problemi legati ai flussi migratori che, afferma, “hanno messo a dura prova l´Europa e i singoli Paesi impegnati a fronteggiare una sfida senza precedenti”.

Problemi che hanno inevitabilmente influito sulle politiche Ue. “In questo scenario mondiale dove regnano paura e terrore – ha infatti spiegato l’europarlamentare azzurro -  è impossibile negare che il processo di integrazione europea viva uno dei momenti più complessi della sua storia. L'obiettivo di realizzare il sogno federalista dei Padri Fondatori ha consentito alla costruzione europea di superare antichi steccati, conseguendo traguardi ambiziosi come la moneta unica e la liberalizzazione delle frontiere interne, ma appare evidente che la crisi economica e la gestione dell´emergenza terroristica e migratoria hanno messo a nudo le crepe di un'architettura istituzionale ancora incompiuta e incapace pertanto di rispondere alle mutate esigenze dei cittadini Europei”.

Da qui la necessità di rilanciare con forza “una nuova visione strategica che consenta all’UE, troppo spesso percepita come lontana dalla realtà, di governare i fenomeni globali che nel mondo si vanno delineando, conquistando la fiducia delle giovani generazioni a volte incapaci di apprezzare il valore del disegno comunitario”.

 

 

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