Dopo Pescara, che lo ha accolto lo scorso 7 maggio a dieci anni di distanza dall'ultima volta, anche Vasto si prepara ad abbracciare Pino Daniele. La tappa abruzzese del tour estivo del bluesman si terrà alla vigilia di Ferragosto, e dunque il 14 agosto, all'Aqualand. Sul palco vastese, il cantante partenopeo eseguirà i suoi grandi successi e le canzoni dell'ultimo cd, intitolato ''Il mio nome è Pino Daniele e vivo qui''. Su questo titolo è modellato anche lo stesso tour, che con una leggera modifica è diventato ''Il mio nome è Pino Daniele e suono qui''. «Pino Daniele non ha mai cantato una canzone di successo»: con questa impietosa quanto falsa dichiarazione, Mogol nel 1993 lo etichettava come un personaggio di poco conto. In realtà, il buon Pino aveva cantato eccome canzoni di successo: dove mettiamo ''Na tazzulella e' café'', ''Je so' pazzo'', ''Quando'', ''O' scarrafone'', ''Napule è'', ''Quanno chiove'', ''A me me piace o' blues'', ''Yes I know my way'' e via elencando? Forse giusto negli anni '80, per via di dischi anche troppo sperimentali, che mischiavano inglese, italiano e napoletano a blues e soul, Daniele non è stato propriamente sulla cresta dell'onda, ma di certo 14 anni fa non si poteva parlare di lui come di un autore poco noto al pubblico. Di lì a poco, poi, avrebbe incontrato un favore ancora più grande, grazie ad album come ''Non calpestare i fiori nel deserto'' (1995), ''Dimmi cosa succede sulla terra'' (1997) e ''Yes I know my way'' (1998). In seguito, complice anche il fatto che alla fin fine Pino Daniele proponeva sempre la solita solfa, il consenso popolare era venuto un po' meno, accompagnato tra l'altro da un lavoro davvero brutto, in assoluto il peggiore di Pino Daniele: ''Come un gelato all'equatore'' (1999). Un passo falso in cui faceva capolino l'elettronica (cosa c'entra Daniele con l'elettronica? Niente, e infatti si sentiva...), per non parlare di un rap fastidioso - già presente, in realtà, nel disco del '97 - che Pino non sa fare e che si ostinava a proporre in più di un brano. Nel 2001 il passaggio alla Bmg e un ritorno al senno con ''Medina'', che lasciava ben sperare: arrangiamenti buoni e alcuni testi in napoletano. Non essendo più baciato dal successo come a metà degli anni '90, Daniele aveva scelto di approdare ad una musica di maggior classe; una scelta confermata dal disco uscito nel 2004: già dal titolo, ''Passi d'autore'', si intuiva questa volontà, confermata da una foto in copertina che lo ritraeva serio e pensieroso. Dopo le influenze arabe e africane degli ultimi cd, Pino si era accostato al latin jazz, con un risultato positivo, in quanto la stessa pappa (purtroppo le scelte ''rischiose'' di prima ormai non ci sono più) veniva rimescolata, e alla fine il suo sapore non era neanche male. Nel 2005 è stata la volta di ''Iguana Cafè'', che ha confermato la tendenza del precedente cd. Purtroppo, con il lavoro pubblicato pochi mesi fa, Pino Daniele ha optato invece per un ritorno alle cose commerciali di una decina di anni orsono, anche se a sentir lui le cose non starebbero così. Ad ogni modo, dove Daniele resta una garanzia è proprio dal vivo. E allora, che Vasto si prepari.