Sfamarsi

Fra Umberto Panipucci
02/08/2015
Varie
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Gv 6,24-35

+In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù.+

Nella sua strategia propedeutica, Dio sceglie spesso di nascondersi agli occhi della carne e non solo: abbandona anche le nostre certezze, le idee che ci siamo fatti di Lui, lasciandoci a volte persino disorientati. A questo possiamo reagire in due modi: arrenderci all'idea che ci abbia abbandonato e vivere da smarriti, senza riferimenti o capire che ci vuole smuovere dalla nostra pigrizia spirituale per spingerci a cercare daccapo il suo volto, decidendoci così a intraprendere un nuovo pellegrinaggio interiore e vivere un' evoluzione spirituale. "Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio" (Salmo 83).

+Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati.+

La folla sembra quasi rimproverare Gesù per aver "cambiato la sua posizione", non essere rimasto la dov'è e aver tradito le sue aspettative. Un atteggiamento che contraddistingue molti cristiani. Il Vangelo continua anche oggi a scadalizzarci con la Sua novità, una provocazione scomoda e che i profeti di tutti i tempi devono sempre propagandare con fatica, dolore e persecuzioni. Questo perchè molti vedono la religione come una via per avere vantaggi materiali: successo, potere, denaro, guarigioni, emozioni travolgenti. Proprio come quella folla che non aveva letto il segno ma si era limitata a sfamarsi di quei pani e si era stupita del prodigio. Quella gente doveva smuoversi da quel modo di intendere e vedere Gesù: aveva bisogno di smarrirlo per ritrovarlo un'altra volta.

+Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».+

L'umanità, per riempire quel vuoto infinito che si porta dentro, insegue vanamente le illusioni di questo mondo, rimanendo però continuamente insoddisfatto e sempre più affamato. Il cibo che non dura è molto simile all'acqua che non disseta (Gv 4.): resta incapace di soddisfare quel bisogno essenziale che sente ogni vivente, un bisogno d'infinito a cui solo Dio può rispondere e lo ha fatto attraverso il suo Verbo incarnato: "il cibo che rimane per la vita eterna", Parola, Carne, Sangue, Vita.

+Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».+

La folla cerca sempre qualcosa che è "al di là". Anche quando quello che gli si offre è straordinario. Nessun percorso iniziatico per pochi eletti, nessuna via segreta. La risposta di Gesù è semplice: credete a quello che dico, imparate da me!

+Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».+

Continuano a provocare il Cristo, mai sazia, la gente insiste nel chiedere segni e prodigi. Ma nessuna vera fede può fondarsi sulla continua manifestazione straordinaria della presenza di Dio: che fiducia è quella di chi continua chiedere prove di lealtà? Vorrebbero che Gesù continuasse a sfamare il suo popolo come Mosè a fatto nel deserto e vivere senza la fatica di crescere, di addossarsi la propria croce. Gesù risponde con amore e misericordia, correggendo il loro errore: Dio ha sfamato il suo popolo, non Mosè. Lui vuole continuare a farlo attraverso il Pane che Egli ha mandato, esso non si limita a sfamare il corpo ma, molto più di quello che possiamo sperare, lo ha liberarato per sempre dalla morte e gli ha dato la vita eterna!

+Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».+

E' inutile la gente pensa solo a mangiare! Lo sforzo del Cristo è quello di farci capire che esiste un' esigenza più profonda e importante di quelle del piccolo e meschino mondo in cui ci ostiniamo a vivere. Lui non vuole sfamarci una volta, ma per sempre. Ascoltiamolo, seguiamolo nella sua stupenda follia, solo così, imparando a portare la nostra croce, potremo essere finalmente felici!

Felice Domenica!
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