"Io sono il pane vivo, disceso dal cielo"

Fra Umberto Panipucci
31/08/2015
Attualità
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Gv 6,51-58

 

+In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».+

In un mondo che siamo abituati a pensare con i predatori (umani e non) al vertice, Gesù si offre come cibo: colui che sta in cima è anche il sostegno, fondamento, il "cibo" di ogni cosa. Gli Ebrei, come le altre popolazioni semitiche, si astenevano dal mangiare alcune carni, perchè convinti che lo spirito vitale contenuto in esse potesse in qualche modo condizionare l'anima, per lo stesso motivo non si nutrivano mai del sangue degli animali, in quanto veniva ritenuto la sede della loro essenza vitale. Dio usa sempre, nel suo parlarci, le categorie di pensiero e gli elementi culturali dei popoli a cui destina il proprio messaggio.

+Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».+

I Giudei restano scandalizzati, perchè il Maestro sta apertamente sfidando le loro categorie di pensiero. Il linguaggio che sta usando è sconvolgente, volutamente provocatorio e, in un certo senso, violento. Forse il Cristo voleva che le contraddizioni nascoste nel cuore di quegli uomini venissero allo scoperto, in modo da poterle affrontare apertamente.

+Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita.+

Se non lasciamo che Gesù si faccia nostro nutrimento e la sua anima condizioni e plasmi la nostra non potremo essere partecipi del dono che egli ci preparato. Se il corpo non nutrito muore, anche l'anima avvizzisce se non si nutre della "carne" e il "sangue" che Gesù vuole darci.

+Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.+

Per noi cristiani è chiaro il senso delle allegorie che il Cristo utilizza. Nutrirsi della Parola e dell'Eucarestia vuol dire anche impegnarsi esistenzialmente nel mettere in pratica la Volontà di Dio, entrare in intimità con lui attraverso la preghiera, testimoniare con la propria vita il messaggio d'amore che Dio ha per l'uomo. Proprio questo nutre, rafforza e rende immortale l'anima.

+Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.+

Accogliere la Parola e i sacramenti, vuol dire rafforzare sempre più ciò che è la vocazione fondamentale di ogni individuo: essere tempio di Dio. Farsi inabitare dalla Vita che procede dal Padre e dal Figlio, lo Spirito Santo. Questo permette all'uomo di raggiungere la pienezza del suo essere. "Mangiare" vuol dire far propria, assimilare in se, la persona del Cristo.

+Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».+

Dopo aver spiegato tutto questo ai Giudei, Gesù ritorna al "pane" di Mosè. Quello che Egli sta proponendo, pur non contraddicendo lo spirito della legge, la supera o, come direbbe l'apostolo Paolo, la porta alla perfezione e al pieno compimento. Non è più la manna il pane disceso dal Cielo, non è la legge scritta sulla pietra, ma la vita stessa di Gesù, tutto quello che ha fatto e detto, di questo bisogna nutrirsi.

Felice Domenica.

 

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