Il devastante incendio che ha incenerito diverse decine di ettari di vegetazione in agro di Schiavi di Abruzzo, nella fascia compresa tra le frazioni Taverna, Cupello e San Martino, sta facendo ancora sentire la sua forza distruttrice, dopo una prima fase di apparente calma. Il fronte del fuoco si è spostato in direzione nord-est, alimentato dal vento che ha battuto la zona, raggiungendo il fitto bosco di querce in località San Vito, in agro di Castelguidone. A distanza di cinque giorni e quattro notti dallo scoppio dei primi focolai sul territorio dell'Alto Vastese dunque, e nonostante l'imponente dispiegamento di uomini e mezzi provenienti anche dalla vicina regione Molise, non si è ancora riusciti a domare completamente le fiamme, anche se la situazione appare più o meno sotto controllo. I numerosi focolai del vasto fronte dell'incendio infatti, a causa del vento teso che batte la zona da diversi giorni, nel corso della notte riprendono vigore, agevolati anche dal fatto che con il buio l'attività operativa del personale in servizio antincendio e dei volontari subisce necessariamente una battuta di arresto, perché diviene troppo pericoloso operare in condizioni di scarsa o nulla visibilità. Puntualmente, alle prime luci dell'alba, i canadair e i gli elicotteri della Protezione Civile e della Forestale riprendono le operazioni di spegnimento e di bonifica. Durante la scorsa notte un vasto fronte di fuoco ha ripreso a divorare ettari di bosco in agro di Schiavi di Abruzzo, a monte di frazione San Martino, per raggiungere poi, durante la mattinata di ieri, il versante boschivo che insiste sul territorio del comune di Castelguidone. I numerosi focolai segnalati fino ad oggi si sono innescati tutti nel corso delle ore notturne, quando le temperature non sono tali da favorire fenomeni di autocombustione, soprattutto oltre i mille metri di altitudine di Schiavi di Abruzzo. Si contano ormai decine di tentativi di appiccare roghi, ed è ufficialmente caccia al piromane, perché le indagini delle forze dell'ordine danno per certa, a questo punto, la pista dolosa. E' ormai chiaro infatti, ogni oltre ragionevole dubbio, che si tratti di un piromane, perché il moltiplicarsi dei tentativi di appiccare incendi, in punti anche distanti sul territorio, ma comunque concentrati in una zona abbastanza delimitata, porta ad escludere la pura casualità. Tra l'altro si tratta di zone distanti da appezzamenti di terra coltivati, dunque anche l'ipotesi colposa, dell'incendio divampato in seguito alla combustine di sterpaglie ad opera di contadini sembra poter essere scartata.