Pronto soccorso a Gissi aperto 24 ore su 24.
A stabilirlo è il Tar Abruzzo, dando accoglimento al ricorso che era stato presentato dal Comune di Gissi per contrastare la decisione della Asl di un'apertura a tempo limitato della struttura, come da indicazione contenuta nel Piano di Riordino Sanitario della Regione Abruzzo.
A fine luglio scorso il direttore generale della Asl Lanciano-Vasto-Chieti riorganizzò le attività sanitarie riferite al Presidio Territoriale di Assistenza di Gissi disponendo la riduzione del servizio a 12 ore di durata. Il provvedimento, sospeso già dal 28 settembre dall'organo di giustizia amministrativa, trova adesso la sua definitiva fine con conferma della necessità del funzionamento senza limiti del presidio di soccorso dell'area dell'entroterra.
In merito esprime soddisfazione il sindaco del centro del Vastese interno Agostino Chieffo: “E' un risultato importante, non solo per Gissi ma per l’intero territorio del Medio e Alto Vastese che, con una viabilità disastrata e in assenza di altre strutture in grado di assicurare qualificata assistenza sanitaria alla cittadinanza, specie nelle ore notturne, certamente non poteva fare a meno di un punto di primo intervento attivo h24.
L’auspicio – aggiunge - è che la Asl e la Regione vogliano prendere atto della decisione del Tar riconoscendo finalmente, dopo circa 15 anni di progressivo smantellamento, non solo la necessità di mantenere aperto il punto di primo intervento, ma anche, più in generale, la funzione strategica del Presidio di Gissi, essenziale filtro per l’ospedale di Vasto ed indispensabile per un ampio territorio.
Assicuro che l’Amministrazione comunale da me rappresentata, nella consapevolezza dell’importanza del presidio di Gissi, continuerà a farà tutto quanto necessario, in ogni sede, sia politica che giudiziaria, per scongiurare ogni possibile ridimensionamento della struttura e favorire l’attivazione di ulteriori servizi, di assistenza e diagnostica, indispensabili per garantire il diritto alla salute ed alla sicurezza anche alle popolazioni residenti nei comuni dell’entroterra”.