Ambulatori infermieristici e infermieri di famiglia, serie di proposte per la sanità abruzzese

Necessità condivise tra i rappresentanti dei professionisti dell'Ipavsi e le organizzazioni sindacali del settore

redazione
23/12/2015
Attualità
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Istituire ambulatori infermieristici sul territorio provinciale, introdurre la figura dell’infermiere di famiglia e di comunità per prendere in carico globale gli anziani, malati cronici e pazienti fragili in generale: queste alcune delle proposte emerse nel corso di un incontro che, per la prima volta, ha visto riuniti rappresentanti dei sindacati e dell’Ipasvi Chieti, federazione che rappresenta 3.400 infermieri attivi in provincia.

Punto nodale è la necessità di “attivare nuovi modelli organizzativi in grado di ridurre – si legge in una nota - i costi per la sanità regionale e soddisfare i bisogni assistenziali degli utenti. Queste iniziative saranno declinate in un progetto che indicherà finalità, modalità, tempi e oneri per la sua realizzazione”.

In merito, il presidente dell'Ipavsi Chieti, Giancarlo Cicolini, sottolinea che “tali interventi potranno garantire il soddisfacimento dei bisogni assistenziali degli utenti sul territorio, evitando che debbano ricorrere alle strutture sia del sistema sanitario nazionale sia al di fuori di esso. In questo modo si ridurrebbero notevolmente gli accessi alle strutture adibite al trattamento dell’acuzie”.

All’incontro, insieme a una delegazione dell’Ipasvi guidata da Cicolini, hanno partecipato i segretari Gabriele Martelli (Cisl), Ferdinando Costanzo (Cgil), Vincenzo Pace (Nursind), Pietro Supino e Michele Spera (Fials), Patrizia Bianchi (NursingUp), Antonio Monteodorisio (Fsi), Mario Frittelli (Usb) e Antonio Di Michele (Rsu). La Uil, rappresentata da Raffaele Di Nardo, impossibilitato a partecipare, ha manifestato il suo supporto.

Un'altra necessità condivisa è quella di poter garantire ai professionisti, che operano quotidianamente in condizioni di carenza di personale, l’immediato adeguamento alle norme Ue. Attraverso l’applicazione della legge si pongono di fatto con le spalle al muro le aziende sanitarie, obbligandole ad assumere nuovo personale. Ciò eviterebbe di lasciare nelle stesse condizioni di lavoro vissute finora migliaia di infermieri dipendenti garantendo una possibilità per un futuro lavorativo ai tanti disoccupati del territorio.

Un esempio sono i recenti problemi, ancora irrisolti, posti dal nuovo Polo cardiologico della Asl Lanciano-Vasto-Chieti che, a fronte di importanti investimenti in strutture e apparecchiature, non ha visto un adeguato investimento sul personale sanitario, in particolare infermieri e personale di supporto. “E’ inoltre improrogabile – dice ancora Cicolini – l'istituzione di un tavolo tecnico a livello regionale con una componente infermieristica che collabori per la riorganizzazione del sistema sanitario. Non è possibile continuare a escludere una delle componenti più rilevanti dai tavoli in Abruzzo”.

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