Da Massimo Desiati riceviamo e pubblichiamo: ''Probabilmente fu un atteggiamento di presunzione quello che ispirò l'approvazione del Piano regolatore di Vasto. Si disse che ne sarebbe venuto fuori uno strumento di sviluppo per la Città, che le ragioni dell'imprenditoria sarebbero state coniugate con quelle pubbliche, che solo il moderno sistema della contrattazione tra Comune e costruttori avrebbe assicurato apprezzabili standard per la collettività e benefici economici per le casse comunali. Si disse che un tradizionale P.R.G., così come concepito dal dopoguerra ad oggi, avrebbe comportato l'ingessamento del tessuto edilizio cittadino e che, absit iniura verbis, solo così non si sarebbe corso il rischio di redigere norme del cui effetto potessero beneficiare i soliti speculatori del mattone. L'edilizia contrattata sembrò essere la chiave di volta al fine di governare lo sviluppo edilizio, un sistema che vincolasse, volta per volta, i costruttori ad impegni onerosi nel rispetto del contesto urbanistico cittadino. Certo, non soltanto alla buona fede di amministratori e costruttori o alla coscienza pubblica degli attori dei procedimenti approvativi dei singoli progetti sarebbero state affidate le sorti urbanistiche della Città; infatti, i su richiamati aspetti di principio sarebbero dovuti essere garantiti principalmente da ''filtri'' quali l'Ufficio del Piano regolatore e lo Strumento attuativo. Purtroppo così non è stato ed i ''principi generali'', giusti o sbagliati che fossero, non hanno avuto la doverosa mediazione di meccanismi di garanzia. La situazione è sfuggita di mano e polemiche politiche, contrapposizioni ideologiche, lotte intestine alle maggioranze che hanno amministrato la Città hanno fortemente contribuito alla creazione di una situazione caotica che graverà sul territorio di Vasto per sempre. Intanto il tempo passa e riprendere i fili di un tessuto urbanistico così confuso sarà sempre più difficile. Ed infatti, l'attuale amministrazione cittadina stenta a trovar il bandolo della matassa, con accelerazioni teoriche e frenate reali, quanto di peggio possa accadere a chi ha il dovere di dar risposte concrete. In verità non si assiste neanche ad un responsabile contegno delle forze politiche di opposizione, le stesse che fino a ieri hanno gestito le sorti del territorio vastese. Dovrebbero avere la forza di difendere le scelte fatte a suo tempo o riconoscere manchevolezze, per trarne buoni auspici, al fine di riportare la situazione sui corretti binari della corretta amministrazione. Nulla di ciò. Si assume un atteggiamento passivo ed astensionista, come a dire all'attuale governo cittadino ''ora sono fatti tuoi!''. Invece i fatti sono di tutti! Il gioco delle parti, ancora una volta, produce danni e sono danni economici, ambientali, politici. La debolezza dell'attuale amministrazione, le sue ingenuità ed inesperienza non fanno presagire nulla di buono. A poco vale il piglio dell'attuale Assessore all'Urbanistica che, di fronte ad un problema così grande, non può che prendere atto di come sovrintendere alla materia più difficile del panorama amministrativo comunale non sia come canticchiare una canzone degli Intillimani! Il governo del territorio è cosa difficile, delicata, sempre sottoposta all'alea della speculazione, aspetto dell'economia che di per sé non rappresenta una nefandezza ma che deve essere tenuto a bada affinché la sua degenerazione non abbia il sopravvento. Edilizia è lavoro, qualità della vita, investimento economico per le famiglie. C'è chi vuol e sa lavorare per la ricerca del giusto equilibrio e la salvaguardia del tanto vituperato interesse pubblico? L'Assessore di fronte al balbettio incessante dice: ''Rinviare è pretestuoso e capzioso. Si vuole temporeggiare per arrivare al sacco della Città. La verità è che di questo argomento non si vuol discutere!'' Affermazioni gravissime ed anche responsabili ma che non possono scadere nell'ignavia! Se Vasto necessità di ordine sul territorio ( e certo è di questo che ha bisogno), non è con un regolamentino interpretativo contenente norme tecniche che si riavvolgerà il nastro e si ridisegnerà un nuovo assetto urbanistico. Ed allora, se è vero che l'attuale P.R.G. ha prodotto danni, se è vero che chi lo ha voluto così non accenna neanche alla sua tiepida difesa e rinuncia ad evidenziarne gli aspetti positivi, se è vero che l'attuale maggioranza, oltre a mostrarsi inesperta, non è coesa ed al suo interno si sfida per questioni di principio, il Capo dell'Amministrazione, il Sindaco quindi, prenda la situazione in mano e, nella responsabilità del suo ruolo, senza tema di irritare la suscettibilità degli altri amministratori, dei costruttori, degli investitori e dei cittadini (quelli che hanno occhi per guardare e testa per giudicare), sciolga le inibizioni e dichiari, mettendosi anche su questo al lavoro, che la Città ha necessità di una variante al Piano Regolatore Generale. E' comprensibile che egli, conoscendo i tempi e le oggettive difficoltà, prediliga la strada delle ''Norme tecniche'' ma se con queste si andranno a modificare aspetti sostanziali dell'attuale P.R.G. (e sembra che questa sia la voluta prospettiva), senza il rispetto delle procedure di sostanza, la situazione sarà catastrofica! Dunque, se il Sindaco lavorerà sulla ipotesi di Variante e troverà, quindi, il coraggio di ''cantierarla'' ora, potrebbe anche avere il tempo di vederla approvata ed adottata ma già se tentenna di qualche mese sarà poi indicato come corresponsabile dello ''scempio urbanistico della Città''. Vita difficile quella del Sindaco!''