Cara Franca, chi ti scrive è una tua grande ammiratrice oltre che amica, se per amicizia s'intende l'essere a disposizione nei momenti speciali belli o brutti, un'ammiratrice come tantissime altre persone, che, però, non riescono ad esprimere per iscritto quello che provano, quello che pensano, quello che sanno di te. Un'ammiratrice abbagliata dai tuoi colori, dai tuoi profumi, dal tuo fascino, dalla tua saggezza, dalla tua magnanima generosità, dalla tua disponibilità, dalla tua capacità di conciliare anche i poli estremi, dal tuo senso materno, dalla tua versatilità, dal tuo forte potere decisionale, dalla tua magica ipnotica attrazione, dalla tua avanguardistica operatività, dalla tua capacità di gestire le quotidianità domestiche e aziendali,dal tuo sapere apparire contemporaneamente una grande star ed una piccola donna, una molto affascinante lady ed una eccezionale donna di casa, pronta a preparare il più semplice tradizionale, rustico banchetto o il più sontuoso sofisticato, sbalorditivo bouffet, miliardario di luci e odori. Cara Franca sei stata e rimarrai unica nell'immaginario collettivo di chi pur non conoscendoti, ti ha visto solo una sola volta e ne è rimasta attratta. Il tuo impeccabile modo di essere e di presentarti, il tuo look facevano di te un'immagine unica, riuscivi non solo a conciliare l'acessorio, il gioiello, l'abito, il trucco, ma a fare di essi strumenti magici, che ti rendevano moto più bella di quello che eri. Ed io ti vedevo sempre bella, ma soppratutto bella dentro, quale tu eri veramente nella mente e nel cuore. Le beneficenze culturali e di qualsiasi genere umanitario ti hanno sempre avuto come protagonista e, nelle manifestazioni culturali tu primeggiavi col tuo inseparabile don Calogero, quel don Calogero, che tu riuscivi ad immaginare, come il sole illumina una pietra preziosa, facendola risplendere a lui della sua assodata karatura. Tu eri il fulkro, su cui poggiava l'intero mitico clan Marrolo; i tuoi figli Angelo, Antonella, Daniela, GianFranco e Sabrina erano le tue stelle di quella brillante costellazione la cui Venere, la più lucente, non cesserà mai di esistere e di risplendere nel cielo di Vasto e dell'intero Abruzzo che tu tanto amavi, nelle notti d'estate illuminate dalle lucciole, nelle notti d'inverno, riscaldato dalla bianca neve sulle cime dei monti con le greggi belanti, sulle spiagge del tuo mare abbagliato dalle luci e dai colori dei fuochi pirotecnici di Santa Maria, nelle tue campagne colme di frutta, nei prati vellutati di verde dipinto di fiori, ovunque, perché ovunque è rimasto il tuo indelebile segno, come quello su un vecchio banco di scuola dove un tuo alunno ha scritto ''W la mia maestra Franca''. Con affetto Angiolina Balduzzi