Non amo polemizzare, soprattutto se il mio interlocutore è un uomo saggio, colto e serio (oltre che un amico) come il Prof. D’Adamo (clicca qui).
Per questo, sono dispiaciuto di non essere stato capace di esprimere fino in fondo il senso, ragionevole, delle mie considerazioni in merito all'istituzione, a Vasto, del registro delle Unioni Civili.
In ogni caso, il punto centrale del mio ragionamento è il seguente: è strano che a Vasto, mentre si parla di Unioni civili, non ci si rende conto che la vera priorità sono le famiglie.
Ho provato a spiegare che sono le famiglie e non le Unioni Civili la priorità anche per Vasto, non tanto utilizzando argomenti formali o retorici, quanto piuttosto fondando le mie conclusioni su circostanze vere e inconfutabili, che neppure il Prof. D’Adamo ha negato (né avrebbe potuto farlo).
Ed infatti, è vero che il registro delle unioni civili non ha alcun rilievo sul loro riconoscimento giuridico, poiché non spetta al Consiglio Comunale ma al Parlamento legiferare in tal senso.
È vero che secondo la Costituzione (art. 29), la famiglia è una società naturale (e non una convenzione) fondata sul matrimonio. Il matrimonio, dalla sua definizione (mater munus), è un’istituzione natura aperta, in modo essenziale, alla vita.
È vero che le Unioni Civili, per la Costituzione italiana, non sono famiglie ma generiche formazioni sociali e non vi è alcun “diritto al matrimonio” (come ribadito dalla giurisprudenza).
È vero che la famiglia, essendo aperta alla vita, assicura un futuro alle nostre comunità, mentre le Unioni Civili no.
È vero infine che spetta all'istituzione comunale (e non solo) occuparsi delle famiglie agevolando il loro ruolo sociale ed economico.
Pertanto è assolutamente ragionevole contestare il fatto che il Comune di Vasto, anziché occuparsi di ciò che non gli spetta (ovvero il riconoscimento giuridico delle Unioni Civili), ha perso un’occasione importante per parlare di famiglie, perché, come ho già detto, sono le famiglie (e non di Unioni Civili) che in questo momento di difficoltà non solo economica, a trascinare la “carretta” per tutti noi.