E' 'rossa' la data di oggi nel calendario di Vasto: la città festeggia il suo Patrono, San Michele Arcangelo.
Scuole e uffici chiusi e, come da tradizione, una serie di appuntamenti religiosi e popolari a far da cornice alla sempre sentita ricorrenza.
Alle 11, stamattina nella chiesa di Santa Maria Maggiore, si terrà la solenne celebrazione religiosa presieduta dal vescovo della diocesi di Chieti-Vasto, monsignor Bruno Forte.
Novità sarà invece l'assenza del vescovo alla Messa ed alla processione di domani, per via della sua partecipazione al Consiglio Episcopale Permanente che si svolgerà a Firenze. E ad essere presente sarà monsignor Camillo Cibotti, vescovo della diocesi di Isernia-Venafro, originario di Casalbordino che officerà la funzione delle 18, sempre a Santa Maria Maggiore, ed accompagnerà la statua dell’Arcangelo nel ritorno nella sua ‘casa’, nel sacro tempio a San Michele dedicato che si affaccia su una delle balconate sul golfo.
Per quel che concerne la musica i tradizionali Gran Concerti vedranno protagoniste le Bande Città di Aliano (oggi alle 10,30 e alle 20,30) e Città di Lecce (stessi orari). Domani sera, giorno conclusivo della festa, concerto dei Tiromancino dalle 23 in piazza del Popolo e fuochi d'artificio dal Parco del Muro delle Lame.
VASTO E IL SUO PATRONO - Il legame e la devozione di Vasto verso San Michele risale a tempo immemore: “Ogni qualvolta una calamità colpiva o minacciava di colpire la nostra città – ricorda Lino Spadaccini, cultore di storia locale -, il popolo acclamava a gran voce la protezione dell’Arcangelo Michele.
In particolare si ricordano due episodi. Il primo nel 1805, quando per l’esplosione di un vulcano nel vicino Matese, si sentirono ripetute scosse telluriche, che causarono ingenti danni in molti paesi limitrofi, ma non nella nostra città.
Altra circostanza, ben più terribile, avvenne tra il marzo del 1817 ed il gennaio del 1818, quando un’epidemia costò la vita ad oltre 2.500 persone. Solo grazie al prodigioso intervento dell’Arcangelo la malattia venne scacciata. Proprio in seguito a quest’ultimo evento, mentre la popolazione era raccolta all’interno della chiesa di San Giuseppe, dov’era esposta la statua dell’Arcangelo Michele alla venerazione dei fedeli, venne pubblicamente richiesta la sua elezione a protettore principale della nostra città.
E solo dieci anni più tardi, nel settembre 1827, all’interno del Consiglio comunale, venne formulata – conclude Spadaccini - la richiesta ufficiale da inviare al Pontefice Leone XII, per l’ottenimento del patronato di San Michele”.