''Salve sono Alessandro Gentile. Non un giornalista, non un politico... solo un normalissimo cittadino. Ho appena letto la lettera publicata su questo quotidiano in data 5 giugno 2007. Mi vorrei unire all'appello lanciato da Davide D'Alessandro di Polis se pur con alcuni distinguo... E' vero, non siamo più la tranquilla cittadina di un tempo, la criminalità organizzata ha da tempo allungato l'occhio sulla realtà vastese, sia con mezzi tradizionali (attentati, incendi, estorsioni) sia verosimilmente riciclando denaro sporco con attività pseudo-legali. Si respira tensione, ogni cittadino si sente sempre meno sicuro. Sempre più frequentemente, si sentono battute del tipo '' mi compro una pistola! E' l'unica cosa da fare...''. Insomma, la situazione è allarmante ed un successo dello Stato ''qui ed ora'' non sarebbe una vittoria solo per Vasto ma anche per l'Abruzzo e l'Italia. Vincere le mafie e la criminalità nella nostra città significherebbe bloccare quel degrado della legalità che sta investendo tutto lo stivale. Tutti i vastesi hanno davanti a loro una scommessa: ''vincere la criminalità''. Contrariamente a D'Alessandro non confido solo nei cattolici e nei cristiani ma in tutti i cittadini, in tutti, tutti senza alcuna distinzione di sorta. La Chiesa non è il solo ''baluardo'' a difesa della nostra civiltà, ci sono anche molti laici e molti altri religiosi interessati a migliorare la società e sopratutto al riscatto della legalità. E' assurdo dividersi su temi così importanti! Quando si parla di identità, di sgretolamento sociale, ci si dimentica sempre che Vasto è cambiata. E' cresciuta tanto da diventare la sesta delle città abruzzesi, con un economia tanto vivace da attirare l'attenzione delle mafie. Vasto è una città che deve trovare un equilibrio e l'equilibrio di una popolazione multietnica, quale oggi quella vastese, non può esimersi dalla legalità, dalla tolleranza e rispetto delle differenze. E', quindi, auspicabile, (e a mio avviso anche realizzabile), l'azione di tutte le reltà vastesi religiose e non. D'Alessandro al termine della sua lettera si chiedeva se giocare la schedina fosse l'ultima speranza per un giovane. Io, essendo giovane ed essendo vastese rispondo: la mia speranza siamo tutti noi! Cattolici, Cristiani, Mussulmani, Ebrei... Politici di destra, di sinistra, di centro, di centro-destra e centro-sinistra... Insomma, la mia speranza sono i vastesi!''