Nuovo intervento del consigliere comunale di opposizione Massimo Desiati sulla questione dell'ex Asilo Carlo Della Penna.
"Dopo aver inoltrato documentazione alla Procura della Repubblica di Vasto e dopo aver presentato una circostanziata interrogazione al sindaco di Vasto, sull’argomento, esigo delle risposte dall’Amministrazione comunale. Era il 5 marzo scorso - sottolinea - allorquando, per la prima volta ed insieme ai colleghi consiglieri di 'Vastoduemilasedici', muovevo dubbi circa la paventata inagibilità della struttura dell’ex Asilo, abbandonata dall’aprile del 2009 ed ancor oggi in una situazione di degrado assoluto. Interrogazioni consiliari, ordini del giorno, dibattiti consiliari, formazione di un Comitato civico si sono rivelati tutti strumenti inutili per restituire vita ad un bene donato alla Comunità ed a favore dei suoi giovani. Addirittura, in un Consiglio comunale sul tema, il sindaco dichiarò esserci iniziative per il recupero della struttura e che presto avrebbe riferito ed invece il nulla.
Il 22 giugno, presentammo un’interrogazione consiliare in cui, oltre a ripercorrere le vicende del Carlo Della Penna, si evidenziava come, a causa dello stato di abbandono, fossero stati provocati, da sconosciuti, ingenti danni all’edificio, a beni mobili anche di valore strumentale ed a carteggi presumibilmente contenenti dati personali sensibili, incautamente accatastati nei suoi locali.
Dalla verifica conseguente l’accesso agli atti, è stato possibile verificare come l’unico provvedimento ufficiale del Comune fosse un’Ordinanza, la n° 59/09, prot. n° 18022, con cui il sindaco disponeva di 'adottare provvedimenti di chiusura' sul presupposto dell’'inagibilità' dell’edificio ma di un qualsivoglia documento attestante la inagibilità della struttura neanche l’ombra; di perizie, verbali e rapporti dei Vigili del Fuoco da cui almeno si potessero evincere le condizioni per una dichiarazione di 'inagibilità' non è stato possibile reperire nulla.
In Consiglio comunale, il 26 giugno scorso, il vicesindaco Sputore, dichiarandosi non in grado di dare riscontro ai nostri quesiti, s’impegnava a dar risposta, entro i 30 giorni canonici stabiliti dal Regolamento consiliare, all’interrogazione che, in quella occasione, era stata trasformata 'a risposta scritta'. Il termine dei 30 giorni è scaduto e sulla vicenda c’è da ritenere, a questo punto, che l’amministrazione comunale non voglia far chiarezza. Riteniamo il fatto grave sul presupposto di quanto puntualmente rappresentato negli atti consiliari e nei carteggi del Comune e pertanto esortiamo, con forza, l’amministrazione comunale a fornire tutte le risposte a più riprese richieste.
Della vicenda - conclude - abbiamo già informato l’Autorità giudiziaria affinché sia dato corso ad indagini atte a verificare il rispetto delle corrette procedure adottate e la responsabilità dei danni arrecati alla struttura, ai beni mobili, anche di valore strumentale, ed ai carteggi conservati nell’edificio, presumibilmente contenenti dati personali sensibili".