Il Gip del Tribunale di Vasto Caterina Salusti ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura relativamente all'esposto presentato da Stefano Moretti (responsabile dell'Osservatorio Antimafia Abruzzo), che denunciò nell'inquinamento marino - in un tratto di spiaggia di località San Tommaso a Vasto Marina antistante un canale di scarico di acque bianche - la causa dei problemi di salute accusati dal figlioletto Massimiliano, 2 anni all'epoca, per alcuni giorni costretto al ricovero in ospedale dopo aver fatto il bagnetto in zona.
Il Gip ha accolto le eccezioni degli avvocati Marisa Berarducci e Domenico Frattura, in quanto non sarebbe stata svolta una “esaustiva attività di indagine al fine di accertare la fondatezza del reato oggetto del presente procedimento penale”.
I fatti oggetto di questa vicenda risalgono all'estate 2014. Il giudice ritiene necessario “effettuare nuovi ed approfonditi e reiterati analisi ed accertamenti tecnici – nelle successive settimane dal momento che si è nel pieno della stagione estiva”.
E nell'ordinanza figura anche una richiesta specifica anche per accertare “lo stato del sistema fognario del Comune di Vasto ed eventuali omissioni degli organi amministrativi competenti”.
Nei giorni scorsi, dopo gli ultimi prelievi operati, l'Arta, l'Agenzia regionale per la Tutela Ambientale responsabile in questo campo, ha certificato la piena balneabilità dell'intero mare vastese, nei suoi oltre tredici chilometri di costa. Altre polemiche, nello stesso ambito, ci furono per i rilievi di Goletta Verde, concentratisi in modo particolare per l'area di Fosso Marino, ma anche in questo caso, per l'Arta, non ci sono gli estremi per i divieti di balneazione.