Avrebbe dovoto trovarsi ad Oran, in Algeria, Rachid Faradji, arrestato questa mattina dagli uomini del Comissariato di Polizia di Vasto. Ed invece dormiva tranquillamente in un albergo della riviera vastese. Il quarantottenne algerino, infatti, era stato espulso nell'agosto scorso dal Prefetto di Caserta, con l'ordine di lasciare il territorio nazionale entro cinque giorni. Piuttosto che rimpatriare aveva però deciso di far perdere le tracce per darsi al lavoro nero, trovandone a piene mani proprio nel Vastese. Datosi a nuova vita, non si è più assolutamente preocupato del suo stato di clandestinità, al punto che, al portiere dell'albergo ha esibito il suo passaporto originale non lasciando trapelare nulla circa il suo stato di ricercato. Con lui, in stanza, un casertano che condivideva, oltre che l'alloggio, il lavoro nero. A tradire l'algerino è stata la scheda di accesso in albergo, regolarmente consegnata al Commissariato e controllata al Ced del Ministero degli Interni, da dove è emerso il provvedimento la cui inottemperanza comporta l'arresto. Lo straniero è stato quindi fermato e processato per direttissima, con una condanna ad otto mesi di reclusione col beneficio della sospensione condizionale della pena. Una volta rimesso in libertà è stato accompagnato dagli agenti, questa volta con provvedimento di espulsione del Prefetto di Chieti, all'aeroporto di Roma, per assicurare il suo ritorno in patria. Il datore di lavoro, anche lui campano, imprenditore nel settore dell'edilizia, è stato denunciato per assunzione irregolare e favoreggiamento della permanenza di un clandestino e rischia una pena di cinque anni di reclusione.