Quando Julia Cornelia (II sec. d.C.) fece giungere un marmo egizio per le nostre Terme

L'antica Histonium offre spunti interessanti...

Giuseppe Catania
15/06/2015
Storia
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A distanza di secoli l'antica romana Histonium (oggi Vasto) municipio di notevole importanza politica, apre il suo pur ricco ed ancora inesplorato patrimonio archeologico, per offrire una «rilettura» più accurata delle sue antiche pietre.

Nella zona delle «Lame», in via Adriatica, nel 1975 venne alla luce una parte di edificio termale, nel 1997 un'altra parte.

Nel 1997 destò notevole interesse la scoperta fatta dal personale della Soprintendenza alle Antichità di Chieti, che portò alla luce, con il coordinamento dell'esperto Osvaldo Comeli, vasche e una buona parte di un pavimento marmoreo di grande pregio. Il dott. Andrea Staffa della Soprintendenza di Chieti, spiegò che si trattava di "pregiato marmo serpentino proveniente dall'Egitto o dalle regioni vicine, che costituiva la parte centrale dell'area termale". Un materiale che offre la testimonianza della ricchezza di Histonium, dell'alto livello sociale raggiunto dalla sua popolazione, dei traffici marittimi del II secolo d.C.

Ma a rendere maggiormente interessante la scoperta fu un altro particolare, una firma sul manufatto. "L'opera termale - aggiunse Staffa - reca la firma della persona che ha permesso la realizzazione, perché è ben visìbile la scritta D.D. Julia Cornelia, cioè la nobildonna cui si deve questa autentica meraviglia giunta fino a noi".

Il pavimento si trova in posizione elevata rispetto al precedente a mosaico, e si presume che possa essere la cosiddetta "apodyteria", cioè la sala dove i bagnanti si spogliavano prima di passare ai bagni.

 

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