Primarie strumento essenziale per il rilancio del centrodestra.
E' il pensiero espresso dall'on. Fabrizio Di Stefano (Forza Italia) nel corso dell'incontro organizzato a Vasto dalla scuola di formazione politica "Formazione e Partecipazione" dal titolo: "Primarie? Parliamone!" nella sala conferenze della Società Operaia di Mutuo Soccorso.
Al tavolo dei relatori, con il coordinamento del giornalista Pino Cavuoti, il prof. Antonello Canzano, docente di Sociologia Politica all'Università Roma Tre e alla d'Annunzio di Chieti-Pescara.
"Prima i partiti erano un luogo di confronto, talvolta anche di scontro, ma comunque di partecipazione. La vita partitica e politica era regolata da meccanismi partecipativi ben chiari, che trovavano sviluppo da momenti fondamentali quale quello dei tesseramenti e di conseguenza dei congressi comunali, provinciali, regionali e nazionali, che permettevano di individuare una classe dirigente non solo ben definita, ma anche legittimata dal consenso della base. Era ovvio, quindi, che l'individuazione dei candidati da schierare per le elezioni venisse delegata alla classe dirigente comunale, provinciale o regionale, a seconda del livello della competizione, poiché era una dirigenza rappresentativa, che aveva al tempo stesso autorevolezza e autorità; qualità date dalla carica che ricoprivano e dal consenso ricevuto dagli iscritti. Oggi questo sistema è stato radicalmente destrutturato, non ci sono più le sedi di confronto del partito, le nomine dirigenziali vengono imposte dall'alto e non selezionate dal basso. Il rischio è che spesso le candidature designate da una dirigenza autoreferenziale, non venga riconosciuto come la migliore possibile; di qui divisioni interne e pluri-candidature che facilitano la vittoria dello schieramento opposto".
Ha aggiunto poi il parlamentare: "Il centrodestra in provincia di Chieti ha avuto diversi esempi in merito, l'ultimo in ordine temporale è il caso dell'attuale commissario provinciale di Fi, Daniele D'Amario, che alle ultime elezioni di Francavilla sarebbe sicuramente risultato il candidato dell'intera coalizione di centrodestra, se si fosse fatta una scelta condivisa con il territorio. Diversamente Roma ha imposto un altro candidato ed il risultato è stato che il centrodestra si è diviso e D'Amario, pur arrivando al ballottaggio, non ha poi vinto le elezioni. Di qui la considerazione che nonostante quello delle primarie sia un sistema che in Italia è stato introdotto dalla sinistra, oggi è a mio avviso uno strumento indispensabile almeno per la scelta del candidato Sindaco, soprattutto laddove non si riesca a fare sintesi su un'univoca scelta condivisa. In un territorio come il nostro, poi, dove i Comuni più grandi hanno comunque delle dimensioni che permettono una valida gestione organizzativa. Penso a Vasto, appunto, ma anche a Lanciano, Ortona, per arrivare all'Aquila. Per un centrodestra quanto mai diviso ed in una realtà abruzzese dov'è necessario proporre una valida alternativa a tutti i livelli, ma soprattutto nei Comuni, a una gestione fallimentare del centrosinistra, io credo che il ricorso alle primarie non sia solamente uno strumento possibile, ma in molti casi indispensabile, per l'unità e la vittoria del centrodestra".