Vincenzo Cosco non ce l'ha fatta: addio a un grande mister

Significative esperienze con la Pro Vasto per il tecnico di Santa Croce di Magliano

redazione
09/05/2015
Attualità
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Vincenzo Cosco non ce l'ha fatta. Stavolta, la partita l'ha persa.

Ha lottato per mesi, ma il male che lo aveva riaggredito ha avuto la meglio.

A 51 anni, a Larino, il cuore dell'allenatore di Santa Croce di Magliano ha cessato di battere.

A Vasto ricordi 'dolci' per lui. Un'esperienza in biancorosso, con la maglia della Vastese, da giocatore, poi da tecnico, chiamato alla guida della squadra dall'allora presidente Camillo Litterio, pure lui scomparso appena qualche giorno fa. E con Vincenzo Cosco in panchina il pubblico dell'Aragona ha vissuto stagioni calcistiche di alto livello in serie D, culminate con la vittoria dei play off e la successiva ammissione in serie C2 nel 2004/2005.

Da primonumero.it: Nato a Santa Croce di Magliano il 12 gennaio 1964, Cosco ha avuto una buona carriera da calciatore arrivando fino alla C2 con la Vastese. Ha vestito anche le maglie di Campobasso, Termoli, Castel di Sangro, Turris Santa Croce ed Aurora Ururi.

Nel 95/96, l’interruzione dell’attività per sconfiggere il cancro. Superato questo scoglio, è passato in panchina guidando prima la Turris e poi Bojano, Termoli, Isernia, Pro Vasto, Val di Sangro, Gela, Paganese, gli ungheresi del Sopron, Pro Patria, Campobasso, Andria, Matera e Torres. Vincendo molti campionati, ma soprattutto conquistando tutti per la sua umanità.

Sembra incredibile dirlo nel calcio di oggi, dove le rivalità sono fortissime e spesso si diventa idoli di una tifoseria e nemici di un’altra. Invece Cosco era rimasto nel cuore di tantissimi tifosi e giocatori, molti dei quali gli avevano dimostrato pubblica vicinanza sui campi da gioco.

Pochi giorni prima dell’ultimo Natale, la scoperta del nuovo male. Con grande coraggio aveva deciso di non nascondere nulla, di parlarne apertamente, con una lettera resa pubblica che aveva commosso molti. Era convinto di farcela anche stavolta come 19 anni, con la grinta di un leone. L’abbandono della panchina, le cure, le speranze. Ma stavolta quel male oscuro è stato troppo forte.

Poi la resa. Ma dopo aver lottato fino all’ultimo minuto.

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