Tra le festività di primavera in Abruzzo spicca quella dei serpari a Cocullo, da qualche anno a questa parte celebrata il 1° maggio.
Nel centro della provincia aquilana va in scena un antichissimo rito, nel tempo divenuto una ricorrenza che si caratterizza per un misto tra sacro e profano.
Tutto ha inizio con i serpari che si recano fuori paese in cerca dei serpenti. Una volta catturati, vengono custoditi con attenzione in scatole di legno (in tempi remoti dentro dei contenitori di terracotta). Un'usanza legata alla civiltà degli antichi Marsi, che però i cocullesi rievocano in onore di San Domenico che è ritenuto proteggere dal mal di denti, dai morsi di rettili e della rabbia.
San Domenico era un monaco benedettino di Foligno che attraversò il Lazio e l’Abruzzo fondando monasteri ed eremitaggi. A Cocullo si fermò per 7 anni, lasciando un suo dente e un ferro di cavallo della sua mula, che divennero delle reliquie. Per questo la mattina della ricorrenza, nella chiesa a lui dedicata, i fedeli tirano con i denti una catenella per mantenere i denti stessi in buona salute e poi si mettono in fila per raccogliere la terra benedetta che si trova nella grotta dietro la nicchia del Santo. La terra sarà poi tenuta in casa come protezione dagli influssi malefici, sparsa nei campi per allontanare gli animali nocivi oppure sciolta nell'acqua e bevuta per combattere la febbre.
Tale festa per alcuni studiosi è da attribuire alla dea Angizia, venerata presso gli antichi Marsi. Per altri studiosi invece, la si deve attribuire alla mitologia di Eracle. Infatti nella frazione di Casale sono stati rinvenuti bronzetti votivi raffigurante proprio Eracle che, come si sa, strangolò nella culla i due serpenti mandati da Era per ucciderlo.
Il piazzale di Santa Maria delle Grazie si ritroverà di nuovo gremitissimo per l’uscita della statua del Santo dalla chiesa. Al termine della messa solenne, officiata dal vescovo della diocesi di Sulmona-Valva, ci sarà il momento più atteso della giornata, ovvero la “vestizione” del Santo con le serpi. Animali che saranno liberati, dopo la festa, nei luoghi di cattura.
Un rito affascinante, quello di San Domenico a Cocullo, che, ogni anno, conquista grandi e piccini.
Foto di Luigi Cinquina