“Anima e corpo sono un tutt’uno”

San Giuseppe Moscati: “Il medico Santo” di Napoli

Maria Napolitano
12/04/2015
Varie
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La medicina dovrebbe essere uno di quei mestieri che va intrapreso solo se c’è una vera e propria vocazione. Ma quanti si iscrivono a medicina per vocazione? Solo una piccolissima percentuale lo fa con questa motivazione. Per la maggior parte è una questione di semplice prestigio e soldi. Quando ci si trova in una situazione di sofferenza fisica e si ha la grazia di incontrare un medico per vocazione, lo si riconosce a pelle: i suoi occhi sorridono e hanno dei modi affabili e familiari. Ma la cosa che più si percepisce è una grande professionalità.

I vari concorsi anche in questo ambito sono per lo più nozionistici. Non misurano la vocazione!

Giuseppe Moscati è diventato santo semplicemente perché portava avanti il suo lavoro di medico con la massima professionalità e con un attenzione umana per i suoi simili: e questo è un merito puramente umano e non divino. Inoltre, nella medicina, era uno scienziato di prim'ordine e per lui non esistevano contrasti tra la fede e la scienza. Il professore Moscati conquista ben presto una fama di portata nazionale ed internazionale per le sue ricerche originali, i risultati delle quali vengono da lui pubblicati in varie riviste scientifiche italiane ed estere. Ciò che conquista chi lo avvicinava era una personalità limpida e coerente.

Fin dalla più giovane età, Giuseppe Moscati dimostra una sensibilità acuta per le sofferenze fisiche altrui; ma il suo sguardo non si ferma ad esse cerca di penetrare il profondo del cuore umano.
Vuole guarire o lenire le piaghe del corpo ed è convinto che anima e corpo sono tutt'uno. La sua concezione del rapporto tra fede e scienza si riassume in due suoi pensieri:
« Non la scienza, ma la carità ha trasformato il mondo, in alcuni periodi; e solo pochissimi uomini son passati alla storia per la scienza; ma tutti potranno rimanere imperituri, simbolo dell'eternità della vita, in cui la morte non è che una tappa, una metamorfosi per un più alto ascenso, se si dedicheranno al bene.»
« La scienza ci promette il benessere e tutto al più il piacere; la religione e la fede ci danno il balsamo della consolazione e la vera felicità...»

Moscati diventa l'apostolo di Gesù: senza mai predicare, annuncia, con la sua carità e con il modo in cui vive la sua professione di medico. L'attività esterna cresce costantemente, ma si prolungano pure le sue ore di preghiera e si interiorizzano progressivamente i suoi incontri con Gesù sacramentato.

Giuseppe Moscati nasce il 25 luglio 1880 a Benevento, settimo tra i nove figli del magistrato Francesco Moscati e di Rosa De Luca, dei marchesi di Roseto.

Nel 1881 la famiglia Moscati si trasferì ad Ancona e poi a Napoli.
all'età di appena 17 anni,  consegue la licenza liceale con voti brillanti. Pochi mesi dopo, cominciò gli studi universitari presso la facoltà di medicina dell'Ateneo partenopeo. Il 4 agosto 1903, Giuseppe Moscati conseguì la laurea in medicina con pieni voti e diritto alla stampa.

Dal 1904 il Moscati, dopo aver superato due concorsi, presta servizio di coadiutore all'ospedale degl'Incurabili, a Napoli, e fra l'altro organizza l'ospedalizzazione dei colpiti di rabbia e, mediante un intervento personale molto coraggioso, salva i ricoverati nell'ospedale di Torre del Greco, durante l'eruzione del Vesuvio nel 1906.

Negli anni successivi Giuseppe Moscati consegue l'idoneità, in un concorso per esami, al servizio di laboratorio presso l'ospedale di malattie infettive Domenico Cotugno.

Nel 1911 prende parte al concorso pubblico negli Ospedali Riuniti e lo vince in modo clamoroso. Si succedono le nomine a coadiutore ordinario, negli ospedali e poi, in seguito al concorso per medico ordinario, la nomina a primario. Durante la prima guerra mondiale è direttore dei reparti militari negli Ospedali Riuniti.

A questo “curriculum” ospedaliero si affiancano le diverse tappe di quello universitario e scientifico: dagli anni universitari fino al 1908, il Moscati è assistente volontario nel laboratorio di fisiologia; dal 1908 in poi è assistente ordinario nell'Istituto di Chimica fisiologica. In seguito a concorso viene nominato preparatore volontario della III Clinica Medica, e preposto al reparto chimico fino al 1911. Contemporaneamente, percorre i diversi gradi dell'insegnamento.

Nel 1911 ottiene, per titoli, la Libera Docenza in Chimica fisiologica; ha l'incarico di guidare le ricerche scientifiche e sperimentali nell'Istituto di Chimica biologica. Dal 1911 insegna, senza interruzioni, “Indagini di laboratorio applicate alla clinica” e “Chimica applicata alla medicina”, con esercitazioni e dimostrazioni pratiche. Per vari anni accademici espleta la supplenza nei corsi ufficiali di Chimica fisiologica e Fisiologia.
Nel 1922, consegue la Libera Docenza in Clinica Medica generale.

Il 12 aprile 1927, il prof. Moscati dopo aver preso parte alla Messa, come ogni giorno, ed aver atteso ai suoi compiti in Ospedale e allo studio privato, si sentì male e spirò sulla sua poltrona, stroncato in piena attività, a soli 46 anni; la notizia del suo decesso viene annunciata e propagata di bocca in bocca con le parole: “È morto il medico Santo”.

Giuseppe Moscati è stato beatificato da Paolo VI il 16 novembre 1975 e canonizzato da S. Giovanni Paolo II il 25 ottobre 1987.

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