Poco prima del Natale l'appello pubblico (clicca qui) del giornalista vastese Pino Cavuoti per una situazione di difficoltà.
Ora i ringraziamenti per il sostegno e la vicinanza dimostrati.
"Grazie e grazie ancora a quanti hanno risposto all’appello che avevo lanciato a dicembre chiedendo sostegno per aiutarmi a pagare la condanna per diffamazione. Grazie agli amici, ai parenti, ai colleghi e a persone sconosciute, che hanno solo letto il mio annuncio, sono riuscito a risarcire la parte offesa. Ma è più corretto oltre che giusto dire: siamo riusciti ad annullare gli effetti della sentenza.
In questi mesi ho già ringraziato personalmente quanti mi hanno sostenuto, ma molti di voi non sono stati raggiunti ancora dal mio grazie e vi chiedo scusa per il ritardo.
Dopo il primo imbarazzo mi sono aperto alla vicinanza di tutti, del resto l’avevo sollecitata io stesso. Sarebbe stato sciocco vergognarsi ad accettare il denaro, che con tanta spontanea generosità mi avete donato.
Ritengo il vostro gesto più che una risposta di solidarietà al mio grido di aiuto un atto di prossimità. Lo ribadisco, ancora una volta, di vicinanza. Non mi avete fatto solidarietà, perché nel bisogno mi avete considerato il vostro prossimo. E per questo mi sento ora ancora di più onorato del vostro affetto e considerazione.
Ho capito il grande messaggio che ho ricevuto dalla vita, la mia famiglia ha capito, abbiamo toccano con mano cosa sia la provvidenza. Tutto ciò che abbiamo ricevuto è il suo frutto, abbiamo percepito il segno del divino.
Più di ogni altra ritengo di dover mettere in evidenza la delicatezza di quanti mi hanno avvicinato, oppure lo hanno fatto con mia moglie Valeria, per dimostrarci vicinanza.
Voglio infine ancora una volta ringraziare gli avvocati Pierpaolo Andreoni, Luigi Di Penta, Giovanni Augelli, Gianni Perrotta e Antonino Mancini, che generosamente si sono messi a mia disposizione.
Grazie a tutti, non lo dimenticherò, tanto più mia moglie Valeria e nostra figlia Claudia".
Pino Cavuoti