''Che fine ha fatto il piano di delocalizzazione delle antenne della telefonia mobile dal centro della città''. Se lo chiedono, non senza manifestare timori e preoccupazioni, i responsabili di diversi comitati e associazioni della città che da tempo hanno ingaggiato una battaglia, a tutela della salute, contro la proliferazione di detti impianti, in violazione dei principi di ''precauzione'' e ''tutela preventiva'' della salute sanciti dall'Organizzazione mondiale della Sanità, da direttive europee, dalla Costituzione e da una costante giurisprudenza, di legittimità e di merito. Nel mirino il comportamento dell'amministrazione comunale vastese accusata di disinteressarsi della questione e di non prendere per nulla in considerazione l'allarmante dato di una presenza superiore al 4,6 per cento, rispetto alla media nazionale, di patologie tumorali in zona. ''L'argomento antenne è ormai nel dimenticatoio - attacca Antonio Colella, del comitato 'Un quartiere per vivere' -. Dopo la nostra battaglia contro l'installazione di un nuovo impianto nella zona del quartiere San Paolo è calato un silenzio totale su un argomento scottante e sempre di importanza fondamentale per la salute pubblica''. Colella, unitamente ai responsabili di altri comitati e associazioni, ha indirizzato una raccomandata al presidente della Repubblica, al prefetto di Chieti ed a numerose altre autorità regionali e locali (oltre che ai referenti sul territorio di Arta e Asl) con la quale si denuncia il comportamento ''omissivo'' dell'amministrazione comunale relativo al problema e soprattutto di verificare i preoccupanti riscontri di un aumento sproporzionato di malati e morti per patologie cancerogene in talune zone definite a forte rischio ''elettrosmog''. ''Chiediamo, in tal senso un'accurata indagine epidemiologica territoriale. In gioco c'è la salute dei cittadini''.