Di Salvatore e il bilancio della Vasto Basket: 'Bicchiere mezzo pieno'

L'allenatore è prossimo alle 100 presenze sulla panchina biancorossa

Antonio Del Borrello (Primo Piano Molise)
03/01/2015
Sport
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Dopo un periodo natalizio trascorso a sudare sul parquet la Vasto Basket ha staccato la spina, dopo la pesante vittoria sul Taranto capitan Ierbs e soci hanno brindato al nuovo anno potendo sfruttare diversi giorni di riposo per poter ritrovare le giuste energie e rinnovate motivazioni in vista dei primi match del 2015.

Dopo un 2014 double face aperto con la vittoria interna contro Orvieto, un anno fa però i vastesi oltre a essere in un altro girone, quello C, viaggiavano su altri livelli, ben più prestigiosi. Ci furono gli entusiasmanti playoff di maggio a suggellare un’annata sportiva indimenticabile, ora il presente parla di salvezza e zone basse, dopo un inizio non felice sembra essere tornato il sereno.

Alla fine del girone d’andata come da tradizione proviamo a dialogare con coach Sandro Di Salvatore, ormai prossimo alle 100 presenze in biancorosso, contento di come si sta evolvendo la stagione ma che non lascia intendere se la storia tra lui e la Vasto Basket si fermerà al chilometro 103 o avranno ancora molta strada da percorrere insieme.

Con i 2 punti conquistati contro Taranto il girone d’andata si è chiuso nel modo migliore, in estate si parlava di salvezza e i numeri sono dalla vostra, il bicchiere dopo queste prime tredici battaglie come lo vede? “Assolutamente mezzo pieno, a settembre se me l’avessero chiesto ci avrei messo la firma a girare con 8 o 10 punti, può sembrare strano che lo dica dopo aver trascorso le precedenti 2 stagioni e mezza sempre in alto ma questa è la realtà dei fatti e noi stiamo rispettando gli obiettivi prefissi dalla società”.

Guardando a un mese e mezzo fa qualche crepa tra staff tecnico e dirigenziale è innegabile che ci sia stata, scambi di vedute comprensibili durante il corso della stagione o le ferite difficilmente si rimargineranno? “Un confronto continuo con chi mi sta attorno lo accetto ed è giusto che ci sia specie nei momenti in cui i risultati non sorridono, fa parte del gioco, la società dopo le stagioni da favola ha guardato con attenzione al discorso economico, calarsi in un'altra dimensione come quella della salvezza non è facile per nessuno ma dopo un bagno d’umiltà anche l’ambiente biancorosso, con dirigenti e tifosi, ha capito che sarebbe stata una stagione diversa e di sacrifici”.

Avete chiuso in bellezza al PalaBCC trionfando nelle ultime due interne, contro Francavilla e Taranto servivano quattro punti e sono arrivati, aumentano la vostra autostima? “Era fondamentale vincerle e ci siamo riusciti, in queste sfide le insidie non mancano mai, Taranto con un roster qualitativamente superiore al nostro è arrivato qui privo dei suoi due uomini di punta Potì e Sirakov, defezioni che hanno spostato le pressioni tutte su di noi, non potevamo assolutamente perdere e quando ti trovi quasi spalle al muro tensione e paure aumentano, specie quando nel roster hai diversi giovani, e vien fuori quel pizzico di nervosismo avvertito nel primo quarto, poi abbiamo trovato la retta via portando a casa la vittoria”.

Con Francavilla ultimo e lontano 6 punti e trovandosi davanti anche altre 2 squadre come Isernia e Venafro si può dire che per la salvezza è ormai cosa fatta? “I facili entusiasmi non mi sono mai piaciuti ma dopo queste ultime due vittorie interne la nostra situazione ha avuto un’impennata positiva anche se il cammino è ancora lungo e fondamentale sarà la prossima partita interna”.

Nelle 2 precedenti annate con lei in panchina dopo la sosta natalizia il passato racconta di 2 vittorie interne, in DNC contro Barletta e la scorsa stagione fu Orvieto a cadere al PalaBCC, è pronto per il tris contro Catanzaro? “Cabala a parte, al ritorno sul parquet dopo l’Epifania anche guardando al testa coda tra Agropoli e Francavilla è di vitale importanza centrare un'altra vittoria, vorrebbe dire allungare ancor di più dal fanalino di coda e a quel punto la salvezza sarà virtualmente nostra”.

In questo primo importante scorcio di stagione ci sono state 6 sconfitte (Catanzaro, Bisceglie, Venafro, Pescara, Palermo e Martina Franca) che anche guardando alle prestazioni avrebbero potuto darvi un ulteriore iniezione di fiducia, provando a fantasticare quale di queste vorrebbe oggi rigiocare? “Ancora oggi se ci penso provo un pizzico di rabbia ripensando alle prestazioni contro Venafro e Pescara, erano partite che avremmo dovuto vincere per forza, non mi aggrappo mai a fattori esterni ma in questo girone d’andata siamo sicuramente in debito con la sfortuna, gli infortuni non ci hanno permesso di esprimerci al meglio e in alcuni momenti fondamentali in alcuni match la sorte ci ha voltato le spalle”.

Lo scorso anno nel girone C vi siete messi in mostra, questa stagione il trasloco in quello D dove domina Agropoli, è possibile trovare differenze? “Per i campani parlano i numeri, primato mai in discussione dopo averle vinte tutte nel girone d’andata, mi hanno impressionato ma lo scorso anno Latina e Rieti erano sicuramente superiori; rispetto allo scorso anno però il campionato è livellato verso l’alto, se in quello C era un duello a due, nel girone Sud ci sono trasferte durissime e le prime otto/dieci sono tutte temibili”.

Guardando alla classifica quale squadra l’ha sorpresa negativamente? “Fatico a trovare Venafro alle nostre spalle, il roster dei molisani non merita la terzultima piazza e in parte pensavo che anche Taranto potesse avere qualche punticino in più anche se gli infortuni di Potì e Sirakov pesano”.

Se dovesse arrivare domenica 11 gennaio la vittoria per voi sarebbe lecito provare ad alzare l’asticella degli obiettivi? “Non è una vittoria che cambia radicalmente gli obiettivi, i valori restano sempre gli stessi, davanti ora non guardo, pensiamo a battere Catanzaro senza mai dimenticare che quest’anno la salvezza sarebbe come centrare un quarto playoff consecutivo”.

Inutile far ingolosire i tifosi o sotto sotto c’è una flebile speranza di accarezzare i playoff? “Avessimo vinto a Mola la forbice sarebbe stata di soli due punti, la realtà parla però di ben sei lunghezze di ritardo dalla zona che conta, un distacco oggi incolmabile ma se dovessimo iniziare l’anno col piede giusto, trovare la definitiva continuità tra le mura amiche e centrando qualche blitz lontano dal PalaBCC allora forse la storia potrebbe cambiare ma come sempre preferisco giudicare passo dopo passo, ne riparleremo tra qualche mese”.

Nell'ultima partita ha fatto 90 sulla panchina biancorossa, il 2015 le farà toccare quota 100 (avverrà il 22 marzo al PalaBCC contro Maddaloni dell’ex Sergio), un traguardo prestigioso, quando arrivò nel marzo del 2012 pensava mai a un rapporto così lungo? "Assolutamente no, mai avrei immaginato di restare per tutti questi anni, prima di arrivare a Vasto pensavo alla mia carriera ponendomi dei paletti, 2, al massimo 3 stagioni in una realtà provando poi a confrontarsi altrove, a Vasto però le mie idee sono in parte cambiate, anche grazie alle tante vittorie ma anche lo sporto in generale ha cambiato pelle, la crisi ha influito molto e per chi come me ha sempre preferito allenare vicino casa non c’era alcun motivo di salutare in anticipo”.

Sogna una quinta stagione consecutiva vastese o per lei i prossimi 4 mesi saranno gli ultimi sulla panchina della Vasto Basket? “Abbiamo ancora un intero girone di ritorno da affrontare, chiudiamo al meglio questa stagione, poi come sempre ci siederemo intorno a un tavolo per capire se sarà giusto andare avanti ancora insieme, il mio contratto scade tra un anno e mezzo, fino a fine aprile lasciamo parlare solo il parquet, al resto penseremo ad obiettivo raggiunto”.

In estate ha perso 4 titolari dovendo ripartire con un roster più giovane pescando dal mazzo un elemento di provata esperienza come il bombardiere Lagioia, il lavoro iniziato ad agosto è giunto a compimento? “Non ancora, su Andrea non ho mai avuto il minimo dubbio, sapevo che lo scorso anno in C2 era solo di passaggio e quest’anno in B sta dimostrando ampiamente di valere la categoria, sull’amalgama tra vecchi e nuovi a inizio stagione il lavoro è stato faticosissimo, quando inciampi in tante sconfitte le difficoltà aumentano ma in quest’ultimo periodo anche grazie alle vittorie stiamo finalmente lavorando con la giusta tranquillità”.

Se le difficoltà incontrate negli ultimi quattro mesi sono state molteplici è impossibile cancellare quanto fatto nei primi cinque mesi dell’anno ormai agli sgoccioli, qual è l’istantanea migliore per fotografare il 2014 della Vasto Basket? “In regular season nella passata stagione vincere su un parquet ostico come quello di Senigallia consolidò le nostre certezze, niente però potrà andare oltre gara 1 di semifinale playoff, aver espugnato il parquet della corazzata Rieti è stato per noi motivo di grande orgoglio, né io, né la Vasto Basket in precedenza eravamo riusciti a fare meglio, aver toccato quell’apice ancora oggi mi inorgoglisce, qualche giorno fa spulciando tra alcune foto mi sono capitate tra le mani quelle del post partita sul bus al rientro per Vasto, volti felici, distesi e sorridenti, quel giorno sarà davvero difficile da dimenticare”.

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