CAMORRISTA NAPOLETANO LATITANTE ARRESTATO A VASTO DALLA POLIZIA

a cura della redazione
30/04/2007
Attualità
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E' stato arrestato ieri pomeriggio a Vasto Marina Vincenzo Acanfora, 48 anni di Napoli, ritenuto elemento di spicco del clan camorristico Aprea, operativo a Barra. Alla cattura dell'uomo, latitante dal novembre scorso, hanno collaborato gli agenti della Squadra Mobile di Chieti e del Commissariato di Vasto unitamente al personale della Squadra Mobile di Napoli. Acanfora era stato condannato a nove anni di reclusione per estorsione continuata e aggravata. I particolari dell'operazione sono stati forniti nel corso di una conferenza stampa tenutasi questa mattina presso il Commissariato di via Bachelet a Vasto dal dirigente Ugo Terracciano e dal Questore di Chieti, Giuseppe Fiore. Quest'ultimo aveva già avuto a che fare con Acanfora in quanto aveva ricoperto il ruolo di capo della Mobile della Questura napoletana. Acanfora è stato individuato a seguito di una comparazione di dati. Il camorrista, giunto a Vasto, aveva preso all'alloggio nella zona della Marina presentando un documento di identità falso, sul quale figurava il nome di Giovanni Manna, classe 1956. Alcuni controlli elettronici incrociati hanno consentito di accertare che quel documento era falso. Sono così iniziati i pedinamenti che, nel giro di qualche giorno, hanno portato ad accertare l'esatta identità dell'uomo che, ieri, mentre passeggiava a Vasto Marina in compagnia dei familiari, è stato bloccato dagli uomini della questura di Napoli che hanno agito di concerto con quelli di Chieti ed i colleghi di Vasto. Vincenzo Acanfora non ha opposto resistenza e, dopo gli accertamenti di rito, è stato trasferito nel carcere di località Torre Sinello a disposizione dell'autorità giudiziaria. ''E' una prima importante risposta - ha detto il Questore di Chieti - che diamo alla popolazione vastese dopo il vertice sull'ordine e la sicurezza organizzato pochi giorni fa in municipio. I camorristi ed i delinquenti in generale devono capire che da queste parti non c'è pane per i loro denti''. Tra gli episodi più eclatanti contestati al camorrista l'incendio, nel settembre del 2002, appiccato ad un negozio di colorifici la cui titolare, l'imprenditrice Silvana Fucito, si era rifiutata di pagare il ''pizzo''. Incedio che oltre al negozio minò la stabilità di un'intera palazzina, costringendo centinaia di persone all'evacuazione. La stessa Fucito, stanca di continue violenze e soprusi subiti, denunciò il tutto alla Polizia, dando avvio alle indagini che hanno portato Acanfora alla condanna dello scorso mese di novembre. L'imprenditrice, sulla scorta di quanto le avvenne personalmente, fondò l'associazione antiracket ''San Giovanni per la Legalità'', una delle prima del Napoletano.

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