Prossime trivelle nel mare Adriatico: i vescovi rilanciano il loro ‘no’

La Ceam: ‘Territori a vocazione turistica e agricola saranno snaturati dalla deriva fossile’

redazione
18/10/2014
Attualità
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I progetti di petrolizzazione i cui iter in corso d’opera per diversi insediamenti nella zona della costa tornano al centro delle preoccupazioni della Ceam, la Confederazione Episcopale Abruzzese e Molisana.

I vescovi delle due regioni prendono aperta posizione sulle piattaforme petrolifere e si schierano con i ‘No Triv’.

“Come Conferenza dei Vescovi dell’Abruzzo e Molise – sottolinea il presidente dell’organismo, il vescovo della diocesi di Pescara-Penne, monsignor Tommaso Valentinetti -, esprimiamo la nostra viva preoccupazione riguardo al riproporsi di progetti di sfruttamento petrolifero di vaste aree dei nostri territori e delle nostre coste denominati ‘Ombrina 2’, ‘Elsa’, ‘Rospo mare’, da parte di multinazionali del settore. Tali progetti, contrastati dalle popolazioni, saranno resi possibili dal contenuto del Decreto ‘Sblocca Italia’”.

Le parole dei vertici della Ceam arrivano dopo la manifestazione di protesta messa in campo nei giorni scorsi a Roma proprio avverso lo ‘Sblocca Italia’. Sono stati circa trecento gli abruzzesi presenti nella capitale, rappresentanti di comitati ed associazioni ambientaliste. “Ampi territori a vocazione turistica, agricola, vitivinicola, saranno definitivamente snaturati da questa ‘deriva fossile’ nonostante in altre regioni, come la Basilicata, interessate da queste estrazioni, non si siano constatati i promessi miglioramenti nell’economia, né nella occupazione. Non possiamo che esprimere sconcerto – sottolinea ancora mons. Valentinetti - per scelte politiche nelle quali si prevedano: la trasformazione dei nostri territori, dell’Abruzzo ma anche di vaste aree del Molise, in distretto minerario per gli idrocarburi; il riconoscimento, come emerge dal testo del Decreto, del carattere strategico praticamente di ogni infrastruttura legata agli idrocarburi; la sottrazione alle Regioni di tutte le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale (Via), per le attività di ricerca, prospezione ed estrazione in terraferma, avocate allo Stato. Come già questa Conferenza Episcopale aveva fatto, invitando a desistere da ogni progetto petrolifero e di sfruttamento selvaggio dell'ambiente naturale, richiamiamo alla difesa del Creato”.

E, infine, la sollecitazione, rivolta alla classe politica e dirigente a tutti i livelli, ad avere rispetto per quanti contrastano la deriva petrolifera del territorio: “Riteniamo necessaria una democrazia ‘ad alta intensità’. Ossia una democrazia sostanziale, partecipativa e sociale”.

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