Parco della Costa Teatina e neo commissario: il caso in Parlamento

Fratelli d’Italia: 'La tutela ambientale ci può essere con altri strumenti già esistenti'

redazione
06/10/2014
Attualità
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Torna all’attenzione del Parlamento la questione del Parco nazionale della Costa Teatina.

Tutto questo per effetto di un’interrogazione, a firma del deputato di Fratelli d’Italia–Alleanza Nazionale Fabio Rampelli.

Al centro dell’attenzione c’è la recente nomina del commissario (l’ing. Pino De Dominicis, area Pd, ndr.) per la costituzione del Parco. “In data 5 agosto – scrive Rampelli - il Governo ha nominato il Commissario per la costituzione del Parco della Costa Teatina, al quale spetterà innanzitutto il compito di provvedere alla perimetrazione e poi alla zonizzazione, individuando le diverse misure di tutela e salvaguardia da applicare. La tutela del tratto di costa in questione – rileva però - avrebbe potuto essere ugualmente ottenuta attraverso l’adozione di adeguati strumenti urbanistici, senza l’aggravio di procedure e di costi per la realizzazione del Parco e della citata nomina del commissario responsabile”.

L’esponente di FdI-An chiede inoltre al Governo di sapere in base “a quali criteri sia stato scelto il commissario e quali saranno gli emolumenti che percepirà”.

’NO’ AL PARCO – L’occasione è colta dai dirigenti locali e regionali di Fratelli d’Italia, tra i quali il vastese Etelwardo Sigismondi, per ribadire la contrarietà allo strumento Parco per la tutela della costa dei trabocchi.

“Il castello costruito intorno al Parco dal centrosinistra, che sul territorio si schiera con gli ambientalisti e a Roma sostiene la petrolizzazione della costa, si sta sgretolando – dicono Sigismondi (in qualità di dirigente regionale), il portavoce provinciale Antonio Tavani e l’assessore comunale a San Vito Chietino Luigi Comini -. Pur di convincere il territorio della necessità di istituire il Parco – proseguono - il centrosinistra è arrivato a dire che sarebbe servito ad evitare la petrolizzazione della nostra costa, cosa che è stata puntualmente smentita nei fatti dalle intenzioni del Governo Renzi contenute nell’ultimo decreto chiamato ‘Sblocca Italia’. La nomina politica del commissario dimostra invece che avevamo ragione a sostenere che l’inutile Parco serve solo al centrosinistra per creare l’ennesimo carrozzone dove ‘parcheggiare’ gli amici di partito. Anche con l’aiuto dell’interrogazione parlamentare presentata da Rampelli – hanno poi rimarcato Sigismondi, Tavani e Comini – tentiamo di far emergere il reale costo per la collettività del neo nominato commissario. Ribadiamo ancora una volta – hanno concluso - che lo sviluppo e la tutela dell’ambiente si possono coniugare attraverso strumenti già esistenti, senza la creazione di un ulteriore fardello per i cittadini”.

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