Il Sinodo dei vescovi e l’impegno e le sfide per la famiglia

Il vescovo di Chieti-Vasto mons. Bruno Forte è segretario speciale dell’assemblea

redazione
05/10/2014
Attualità
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Si apre in Vaticano, con ls solenne celebrazione presieduta da Papa Francesco, la terza Assemblea Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, organismo voluto da Paolo VI per valorizzare la collegialità episcopale quale segno e strumento della più ampia “sinodalità” di tutta la Chiesa.

Vi prenderà parte la guida della diocesi di Chieti-Vasto, monsignor Bruno Forte, che dal pontefice ha avuto l’incarico di segretario speciale di questo Sinodo.

“Il tema scelto dal Papa per l’assemblea sinodale – dice in merito mons. Forte - riguarda ‘le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione’. Con continua insistenza Francesco ricorda alla Chiesa che essa non esiste per se stessa, ma per la gloria di Dio e la salvezza degli uomini, cui è chiamata a portare la gioia del Risorto. Questa gioia va annunciata a tutti, in uno slancio d’amore gratuito che non esclude nessuno, a cominciare dalla famiglia, cellula decisiva della società e della Chiesa, scuola di umanità, di socialità e di ecclesialità, grembo di crescita nella fede e nell’amore reciproco”.

Per il vescovo di Chieti-Vasto il primo scopo del Sinodo è “di riproporre a un mondo in cui l’istituto familiare è spesso in crisi la bellezza e la necessità della famiglia per il bene di tutti. L’invito che ne deriva per tutta la Chiesa – aggiunge - è a mettersi in ascolto dei problemi e delle attese che vivono oggi tante famiglie. In un contesto come quello della cosiddetta ‘modernità liquida’ (Zygmunt Bauman), in cui nessun valore sembra più assodato e l’istituto familiare è spesso semplicemente rifiutato, diventa quanto mai significativo mostrare i caratteri profondamente umanizzanti della proposta cristiana sulla famiglia, che non è mai contro qualcuno, ma sempre ed esclusivamente a favore della dignità e della bellezza della vita di tutto l’uomo in ogni uomo, per il bene dell’intera società. Certamente, vivere in pienezza il Vangelo della famiglia non è facile, né scontato, e spesso le condizioni concrete dell’esistenza tendono a minare anche gli sforzi migliori: si pensi alla fragilità psicologica e affettiva possibile nelle relazioni familiari o all’impoverimento della qualità dei rapporti, dovuto allo stress originato dalle abitudini e dai ritmi imposti dall’organizzazione sociale, dai tempi di lavoro, dalle esigenze della mobilità. Inoltre, la cultura di massa influenza e corrode talvolta le relazioni familiari, invadendo la famiglia con messaggi che banalizzano il rapporto coniugale. Diventa allora più che mai vitale – rimarca il vescovo Forte - coniugare l’impegno quotidiano in famiglia a condizioni che la sostengano tanto nell’ambito della società civile, quanto nella comunità ecclesiale, motivando concretamente la bellezza e la fecondità del matrimonio e il potere terapeutico della fedeltà coniugale”.

Ulteriori sottolineature: “Numerose sono, poi, le situazioni contestuali nuove, che richiedono attenzione peculiare da parte della Chiesa, dalla cultura del non-impegno e della presupposta instabilità del vincolo alla riformulazione dell’idea stessa di famiglia, a un diffuso pluralismo relativista nella concezione del matrimonio, fino a proposte legislative che svalutano la permanenza e la fedeltà del patto matrimoniale. Queste sfide comportano conseguenze pastorali rilevanti. Se ad esempio si pensa al solo fatto che nell’attuale contesto molti ragazzi e giovani, nati da matrimoni irregolari, potranno non vedere mai i loro genitori accostarsi ai sacramenti, si comprende quanto urgenti siano le sfide poste all’evangelizzazione. La vastità dell’impegno, l’urgenza dei temi e le attese rischiano di essere fin troppo grandi. Per tutti, comunque – conclude mons. Forte -, la posta in gioco è talmente rilevante, da ritenere che su di essa si giochi in buona parte la qualità del nostro comune futuro”.

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