SENTENZA DEL GIUDICE DEL LAVORO 'BOCCIA' EX DIPENDENTI DI UNA FABBRICA DI GISSI

a cura della redazione
14/04/2007
Attualità
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''Qualora fosse confermata in appello, la sentenza rimetterebbe in discussione tutto l'impianto dell'attuale legislazione del lavoro''. Così si è espresso Claudio Musacchio, segretario provinciale di Chieti della Uil, a proposito della recente sentenza con cui il Giudice del Lavoro del Tribunale di Vasto, riconoscendo legittima la cessione di un ramo d'azienda della Gissi Confezioni Maschili, ha di fatto respinto il ricorso di 14 lavoratrici dello stabilimento ella Valsinello, poste in mobilità nell'agosto 2001. Le ex dipendenti avevano presentato all'azienda un conto di 2 milioni di euro tra stipendi e contributi non corrisposti. ''Il giudice - ha aggiunto Musacchio - ha preferito soffermarsi sulla cessione del ramo d'azienda più che sui posti di lavoro, ma spero che in appello la vertenza possa riaprirsi in maniera favorevole per le donne che quel lavoro poi hanno perso. Se così non fosse tutto il sindacato italiano dovrebbe attrezzarsi per affrontare una mostruosità giuridica, il ritorno al passato di almeno 50 anni''. Il braccio di ferro si trascinava dal 2000, quando la Gissi Confezioni enucleò dallo stabilimento un reparto, dirottandovi le 14 dipendenti. Il reparto stesso, successivamente, fu ceduto ad una società di Chieti poi posta in liquidazione. Ed è fosco lo scenario futuro prospettato da Musacchio: ''Se passerà questa linea, in futuro si potranno creare cooperative ad hoc o aziende dove dirottare dipendenti 'scomodi', prima o poi destinati a perdere il posto quando per quelle coop dovesse profilarsi la prima crisi''.

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