Stime degli organizzatori parlano di ventimila presenze, ieri a Cocullo per la tradizionale festa di San Domenico ed il rito dei serpari. E diversi sono stati i vastesi che, anche questanno, hanno scelto di partecipare.
Un rito - si legge in un articolo de Il Centro - che è tornato a ripetersi nel piccolo paese dell’Abruzzo interno conservando intatto tutto il suo fascino.
Il piazzale di Santa Maria delle Grazie era gremitissimo intorno a mezzogiorno, negli attimi immediatamente precedenti l’uscita della statua del Santo dalla chiesa. Al termine della messa solenne, officiata dal vescovo della diocesi di Sulmona-Valva, monsignor Angelo Spina, il momento più atteso della giornata: la “vestizione” del Santo con oltre un centinaio di serpi raccolte nei giorni precedenti della festa dai serpari. Animali liberati, dopo la festa, nei luoghi di cattura.
Dopo l'uscita dal sacro tempio, la statua è stata portato in processione lungo le strade del paese, immortalata, al suo passaggio, da centinaia di fotografie.
Un rito affascinante, quello di San Domenico a Cocullo, che, ogni anno, conquista grandi e piccini. Sarà perché, almeno in questo giorno, tutti, o quasi, riescono ad esorcizzare la paura delle serpi. Al Santo, la tradizione cocullese attribuisce il potere di guarire, infatti, dal morso dei serpenti e dei lupi, oltre che dal mal di denti.
Nella chiesa della Madonna delle Grazie c'è una campanella che i fedeli suonano con i denti proprio per invocare la protezione del santo. In occasione della festa, è stato dato l'annuncio del conferimento della cittadinanza onoraria di Cocullo al professor Emiliano Giancristofaro, antropologo, fondatore e presidente del Comitato Scientifico del Centro di Documentazione per le tradizioni popolari di Cocullo, membro dei direttivo dell'associazione.
FOTOSERVIZIO di LUIGI CINQUINA