MONSIGNOR FORTE: ''PAPA RATZINGER NON E' IL 'SIGNOR NO'''

a cura della redazione
21/03/2007
Attualità
Condividi su:

''Il Papa chiede coerenza ai cristiani nel rispondere ai doni del Signore. E' una forzatura della stampa voler cogliere solo dei no nel suo insegnamento, che è ricco di speranza''. Lo spiega monsignor Bruno Forte a ''Famiglia cristiana'' specialmente riguardo al compito dei cattolici impegnati in politica. L'arcivescovo di Chieti-Vasto, che è pure presidente della commissione episcopale della Cei per la dottrina della fede, esclude che il Papa voglia fare passi indietro nella liturgia rispetto alle indicazioni conciliari. ''Il n. 83 dell'Esortazione apostolica ''Sacramentum caritatis'' che parla della 'coerenza eucaristica', - rileva mons. Forte - sembra l'unico di cui i media si siano occupati. In realtà, esso si inserisce all'interno di una struttura organica, che presenta il mistero proclamato, celebrato e vissuto, in tre parti fra loro profondamente unite. Non mi sembra, perciò, che chi si è fermato solo su quel punto abbia veramente esaminato l'intero documento. Chi lo ha fatto, avrà compreso il senso di quelle parole: quanto la Parola di Dio rivela e il sacramento compie, deve essere espresso nella vita. 'Diventa ciò che sei!' è la massima che riassume l'esistenza cristiana: nel tuo agire e nelle tue scelte sii fedele a ciò che la Parola e il sacramento dell'amore hanno fatto di te. Questo vale anche per il cristiano impegnato in politica o che abbia responsabilità sociali, che dovrà perciò esaminarsi con coscienza rettamente informata, davanti a Dio e nella comunione della Chiesa, sulle scelte che fa: quanto decide di fare non deve, insomma, separarsi dalla Verità in cui ha creduto e a cui deve obbedienza, proprio grazie alla forza dell'amore che gli è stato dato''. Forte indica poi degli esempi concreti: ''Come potrebbe essere a favore della guerra chi riconosce nel suo Signore il Principe della pace? Come potrebbe sopprimere la vita in tutte le sue fasi, sin dal concepimento, o rifiutare la propria vita, chi riconosce in Dio l'Autore e il Padrone della vita? Come potrebbe non considerare la famiglia un bene primario e necessario per il futuro di tutti chi crede nel Dio dell'alleanza e riconosce nel vincolo nuziale fra l'uomo e la donna il sacramento dell'amore di Cristo per la sua Chiesa e il fondamento del bene comune e del futuro dei nostri ragazzi?''. Verso chi non crede poi, ''la coerenza eucaristica esige che il cristiano proponga con fedeltà e con coraggio le ragioni per accogliere ciò che egli crede e testimonia, nel rispetto di ognuno e nell'obbedienza alla Verità che libera e salva. In concreto - conclude Forte - il cristiano impegnato in politica dovrà prestare serio ascolto ai pastori, pregare molto e verificarsi con guide spirituali sagge e autorevoli nel fare le sue scelte. Vorrei citare qui un passo molto significativo dell'Enciclica Deus caritas est di papa Benedetto XVI, richiamato anche dall'Esortazione: 'La Chiesa vuole servire la formazione della coscienza nella politica e contribuire affinché cresca la percezione delle vere esigenze della giustizia e, insieme, la disponibilità ad agire in base a esse, anche quando cio' contrastasse con situazioni di interesse personale... La Chiesa non può e non deve prendere nelle sue mani la battaglia politica per realizzare la società più giusta possibile. Non può e non deve mettersi al posto dello Stato. Ma non può e non deve neanche restare ai margini nella lotta per la giustizia. Deve inserirsi in essa per la via dell'argomentazione razionale e deve risvegliare le forze spirituali, senza le quali la giustizia, che sempre richiede anche rinunce, non può affermarsi e prosperare''. Benedetto XVI sembra a mons. Forte ''più preoccupato dei 'sì' che l'amore di Dio dice agli uomini, che non dei 'no'. E' una vera forzatura della stampa voler cogliere solo dei 'no' nel suo insegnamento, che invece offre sempre ragioni di vita e di speranza, di fiducia nell'uomo e nell'amore del Signore per le sue creature. Basti solo pensare a quante volte ricorre negli insegnamenti di Benedetto XVI la parola gioia, o l'idea di verità come amore, o la sottolineatura della bellezza del cristianesimo. Sull'esempio di sant'Agostino, da lui molto conosciuto e amato, Papa Ratzinger è convinto che gli uomini vadano attratti a Dio con vincoli d'amore, non con legami di paura o con precetti che non siano comprensibili anche ai più piccoli''.

Leggi altre notizie su Histonium.net
Condividi su: