In molti nella parrocchia di S. Marco, domenica 5 gennaio, hanno dato le condoglianze al sacerdote don Camillo Gentile, dopo che il parroco don Gino Smargiassi ha annunciato la morte del caro fratello Domenico, deceduto a Casoli, dove era nato il 28 gennaio 1929.
Domenico è stato un grande invalido del lavoro, perché all’età di 27 anni ha subìto una folgorazione elettrica nella sottostazione dell’Acea, dove si stavano realizzando i laghi di Casoli e di Bomba per convogliare le acque alla Centrale idroelettrica di S. Angelo di Altino.
Nonostante la menomazione fisica, egli ha reagito positivamente all’infortunio ed ha dimostrato un grande amore alla vita e alla famiglia, sposandosi con una infermiera, da cui ha avuto quattro figli, i quali si sono tutti realizzati nella vita sociale. E’ stato marito affettuoso, padre amorevole, nonno e bisnonno premuroso con i nipoti.
Don Camillo gli ha voluto un grande bene e, soprattutto, una grande riconoscenza. Mi ha raccontato, in proposito, un episodio: “Quando nel 1945 eravamo studenti a Chieti – io in seminario, lui al pensionato di Santa Maddalena – nostro padre, che svolgeva il lavoro di muratore, chiese a noi due figli chi voleva continuare gli studi, non avendo disponibilità economiche sufficienti a mantenere entrambi. Domenico, senza pensarci due volte, rispose subito: 'Continua a studiare Camillo, io vado a lavorare'. Se sono prete, lo devo anche a Domenico!”