"La dittatura dei banchieri" e il rapporto sempre più stretto tra finanza e politica

Emidio Novi e Pietro Golia e Marco di Michele Marisi (Gim) per parlare di economia usuraia e ribellione populista

M. F.
29/12/2013
Attualità
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La presentazione del libro “La dittatura dei banchieri” scritto dal giornalista Emidio Novi, già Deputato e Senatore, e organizzata da "Giovani In Movimento", il sodalizio dei giovani del centrodestra vastese, ha riscosso notevole successo venerdì 27 dicembre presso la Nuova Libreria di Piazza Barbacani a Vasto.

L’evento, presentato da Marco Di Michele Marisi, responsabile della organizzazione, ha visto anche la partecipazione dell’editore di Controcorrente, Pietro Golia, intervenuto insieme all’autore del libro per parlare delle drammatiche conseguenze di una crisi economica sempre più “controllata” dai poteri forti e dalla grande finanza.

Marco di Michele Marisi:  Abbiamo voluto lanciare il messaggio per il quale dobbiamo reagire alla grande finanza. I Popoli hanno le radici più profonde dei tecnocrati […] Possiamo combattere contro il predominio dei banchieri su tutto.

"Il libro, edito appunto da Controcorrente, nasce nell’estate del 2011, quella più acuta della crisi economica, quella dell’innalzamento senza sosta dello Spread. Nel corso di quei mesi mi rendevo conto che l’aumento del differenziale, fino ad aprile mantenutosi basso, stava avvenendo in modo rapido e spropositato."

Questo il punto di partenza della riflessione di Emidio Novi, nei riguardi di un libro che affronta i temi della crisi economica sulla base di una attenta ricostruzione sia del  quotidiano rapporto tra finanza e politica, sia delle sue conseguenze.

Come può l’Italia, la seconda manifattura d’Europa, il Paese che dal 2007 al 2011 ha visto crescere il proprio debito pubblico meno rispetto alle altre nazioni europee, essere entrata nell’occhio del ciclone della speculazione finanziaria?

Emidio Novi ha risposto affrontando il delicatissimo tema del ruolo politico assunto dalle banche nel corso di questi anni e mettendo in chiaro che l’esplosione della disoccupazione in Italia (4 punti percentuali in più in due anni) si deve al rapporto, sempre più stretto, fra Banca Centrale e potere politico, responsabile di aver mandato in crisi il modello di sviluppo tipico del nostro Paese: quello della piccola e media impresa.

Per fronteggiare la crisi economica, ha continuato - Emidio Novi - la BCE ha stampato ben 1000 miliardi di euro, concedendoli alle banche ad un tasso dell’1%. Con l’acquisto dei  titoli pubblici però, le stesse banche sono arrivate a guadagnare il 3% senza restituire questo denaro sottoforma di prestiti, agli italiani. 

A chi dice poi che oggi stiamo pagando le colpe del passato, Emidio Novi risponde che in realtà il raddoppiamento del debito pubblico negli anni ’80, non si deve al fatto che gli italiani hanno “vissuto al di sopra delle proprie possibilità” (o comunque non solo), ma al fatto che nel 1981 è avvenuto un vero e proprio divorzio fra Banca d’Italia e politica.

Se fino al 1981, per legge, la Banca d’Italia era costretta per legge a comprare i titoli di stato invenduti per rimetterli sul mercato con tasso del 2%, dopo quell’anno le cose cambiarono. La banca d’Italia non ha dato pèiù soldi allo Stato il quale, per necessità, è dovuto ricorrere a quei  mercati di cui sentiamo parlare ogni giorno, che hanno concesso denaro a tassi di interesse altissimi e contribuendo a determinare la situazione attuale.


Non c’è più politica, non c’è più classe dirigente. Gli uomini sono stati trasformati in individui, il concetto di comunità sta sparendo e senza la comunità non si può reagire alla Dittatura dei banchieri.

Così Pietro Golia, editore del libro, ha concluso l’intervento in occasione del quale, ha evidenziato Marco Di Michele Marisi i ragazzi di “Giovani in Movimento” hanno voluto costruire degli alberi: alcuni dei Popoli ed altri della grande finanza, addobbandoli in maniera singolare per rappresentare la netta contrapposizione fra mondo reale e mondo politico-economico.

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