Presepe Vivente dei ragazzi del 'San Francesco': rappresentazione che tocca il cuore

La testimonianza di un visitatore

a cura della redazione
23/12/2013
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E' andata in scena domenica 15 dicembre, nella pineta di località Rosario del centro 'San Francesco d'Assisi' di Gissi, la rappresentazione 2013 de 'Il Re Poverello', tradizionale appuntamento del Presepe Vivente allestito dagli operatori e dagli ospiti dell'istituto.

In merito la toccante testimonianza di un visitatore.

“Domenica, 15 dicembre 2013, ho assistito al presepe vivente organizzato dall’Istituto San Francesco d’Assisi di Gissi. Avevo sentito parlare di questo evento negli anni scorsi, ma un po’ di pigrizia ed anche un certo scetticismo (poi rivelatosi del tutto infondato) avevano tenuto lontana la mia presenza. Confesso che basse erano le mie aspettative in ordine alla capacità della manifestazione di trasmettermi una qualche emozione. E confesso anche, abbassando gli occhi, che tale mia aspettativa è stata contraddetta per tantissimi motivi.

La prima cosa che mi ha colpito è stata la capacità di ricreare minuziosamente, in uno spazio ridotto e per giunto impervio, gli ambienti ed i costumi di 2000 anni fa: una piccola pineta scoscesa era stata trasformata, come d’incanto, in Betlemme! Ma, soprattutto, la specialità del presepe è derivata proprio da loro... da quelle persone che la natura ha privato di alcune funzioni psico-fisiche... da quelle stesse persone che avevano frenato (e qui arrossisco) la mia adesione all’evento... Proprio loro mi hanno aperto gli occhi sulla vera essenza del presepe!

Tutti gli ospiti partecipavano attivamente, con passione, con entusiasmo; sorridenti, ma profondamente impegnati. Si poteva sinceramente cogliere che erano intensamente entrati 'nella parte', sapevano prima ancora di noi spettatori che stavano rappresentando qualcosa di grande, di maestoso, quel 'qualcosa' che ha poi cambiato radicalmente il corso dell’umanità. Per la prima volta, non ho semplicemente assistito ad un presepe, ma sono stato toccato nel profondo del mio cuore... la mia anima si è ritrovata immersa in un contesto meraviglioso, quasi prodigioso, magico, surreale... Ho messo di colpo alle spalle i problemi quotidiani e la frenesia della vita di tutti i giorni e il mio cuore si è aperto e si è disposto ad accogliere il messaggio, il vero messaggio d’amore che promana da Gesù, da quel Gesù che, nato in povertà in una capanna di Betlemme, ha poi sacrificato la propria vita per salvarci tutti. Con un passaggio obbligato, tuttavia, nella sofferenza. E proprio la capacità di portare le nostre inevitabili croci è emersa in questa serata magica! Soffrire, si, ma anche saper soffrire! Con quella stessa dignità, ironia, semplicità, che ci hanno trasmesso gli ospiti del San Francesco... Unitamente alla gioia che si può provare quando si dona qualcosa agli altri, quando si è generosi, quando si fa concretamente qualcosa che può aiutare il prossimo.

Quando tutti i pastori si sono mossi e hanno raggiunto la capanna per salutare il Bambinello, una lacrima, neanche tanto furtiva, è scesa sulla mia guancia... Ho colto, in quel momento, quello che per anni avevo letto, ma non avevo compreso perfettamente...  che avevo sentito, ma non avevo afferrato del tutto... Dobbiamo avere fede nel Signore sempre e comunque! Infatti, il Signore ci attende con amorevole premura, non aspetta altro che accoglierci nelle sua braccia per combattere le nostre battaglie.

Grazie a tutti voi, ospiti ed operatori del San Francesco di Gissi!”

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