Nemmeno un centro del territorio del Vastese nell'elenco dei Comuni 'Ricicloni' d'Abruzzo, ovvero quelli che risultano aver raggiunto l'obiettivo del 65 per cento di raccolta differenziata dei rifiuti nel rapporto 2013 di Legambiente.
Lunedì 16 dicembre, a Pescara, la cerimonia di riconoscimento per i 35 Comuni abruzzesi che hanno invece raggiunto il risultato.
Un'iniziativa, spiegano i responsabili abruzzesi dell'associazione ambientalista, che premia le comunità locali, amministratori e cittadini che hanno ottenuto i migliori risultati nella gestione dei rifiuti, cerimonia svoltasi al termine del workshop Riciclabruzzo, organizzato da Legambiente e Regione Abruzzo per parlare del percorso verso il nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti, di raccolta e di selezione per il massimo riciclo di materia, e di gestione dei rifiuti verso la tariffazione puntuale.
I PREMIATI - Nell’edizione 2013, che cade all’interno del ventennale di “Comuni ricicloni”, viene sottolineato in un documento diramato da Legambiente, la percentuale media abruzzese della raccolta differenziata è pari a 37,6 per cento ed ha raggiunto un livello in linea con la media nazionale dei rifiuti raccolti. Nel rapporto 2013, il dato di raccolta differenziata medio regionale dell’anno 2012 è ancora sotto di circa 30 punti percentuale rispetto alla soglia di legge, con prestazioni medie al di sopra del 46% (conseguite nei territori delle province di Chieti e Teramo) o inferiori al 30% (nei territori delle province di Pescara e L’Aquila). Si evidenziano, tuttavia, margini tecnici ed economici di miglioramento, anche grazie agli incentivi messi in campo dalla Regione Abruzzo.
L’obiettivo del 65 per cento di raccolta differenziata è stato perciò conseguito dall’11,48 per cento dei 305 Comuni abruzzesi. I 35 Comuni premiati lunedì 16 dicembre sono: Goriano Sicoli (con l’82,92% della raccolta differenziata), Massa D'Albe, Fara San Martino, Turrivalignani, Torre de' Passeri, Secinaro, Molina Aterno, Giuliano Teatino, Torrevecchia Teatina, Pratola Peligna, Torano Nuovo, Castel Di Ieri, Canzano, Cansano, Civitella Roveto, Pettorano sul Gizio, Orsogna, Balsorano, S. Egidio Alla Vibrata, Raiano, Crecchio, Pacentro, Acciano, Cocullo, Manoppello, Prezza, Tossicia, Montefino, S. Omero, Corfinio, Gagliano Aterno, Cepagatti, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Castelvecchio Subequo ed Anversa degli Abruzzi (65,38%). Una menzione speciale è stata assegnata ai 16 Comuni che fanno parte del consorzio Cogesa, per l’ottimizzazione della gestione dei rifiuti.
IL QUADRO - Ci troviamo ancora di fronte ad una elevata frammentazione nel servizio di raccolta porta a porta, che invece è strategica per l’ottenimento delle più alte prestazioni di raccolta differenziata, e la disponibilità impiantistica risulta ancora distribuita in modo non omogeneo nelle diverse province abruzzesi. Parte dell’impiantistica di TMB (trattamento meccanico-biologico) esistente in regione risulta non operativa, per fermi impianto legati a criticità gestionali e/o societarie. Quella attiva risulta principalmente vocata alla successiva collocazione a discarica del rifiuto trattato: oltre il 70% dei flussi di rifiuti in uscita dagli impianti TMB abruzzesi nel 2012 risulta essere stato destinato a impianti fuori regione. Il conferimento fuori regione ha riguardato circa la metà del flusso di rifiuti avviati a discarica e la totalità del CSS (combustibile solido secondario) avviato a recupero energetico.
«Siamo al giro di boa – spiega Giuseppe Di Marco, neodirettore di Legambiente Abruzzo – bisogna accelerare verso uno scenario di gestione “integrata”, che assuma a riferimento il bacino regionale. È una possibilità concreta, vista la costituzione dell’ATO unico: un nuovo scenario, che potrà favorire da un lato l’ottimizzazione della gestione del Pubblico, e dall’altro lo sviluppo della filiera industriale del riciclo e del recupero di materia nell’ottica della Green Economy. Questo aprirà a nuovi mercati, che porteranno gli investimenti privati fuori dalla cultura della discarica. Vanno rafforzati gli obiettivi: di prevenzione, di riduzione della produzione, dell’avvio al riutilizzo, massimizzando il riciclaggio e le politiche di prevenzione per fare in modo che, prima di tutto, si possa ridurre e riciclare. Occorre inoltre rivedere il sistema degli incentivi: la discarica e il recupero energetico devono essere le due opzioni più costose, il riciclaggio e la prevenzione quelle più economiche. È necessario, infine, promuovere serie politiche di prevenzione con il principio del “chi inquina paga”. La svolta è dietro l’angolo, ma la strada non è affatto in discesa».