Si è avvalso della facoltà di non rispondere Luigi De Fanis, ex assessore alla Cultura della Regione Abruzzo, da martedì agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta denominata 'Il Vate' tesa a fare luce sull'assegnazione di fondi al settore cultura.
De Fanis è arrivato in tribunale a Pescara alle 9 per essere interrogato, ma ha scelto la linea del silenzio. A suo carico le accuse di concussione, truffa e peculato. Gli avvocati difensori Domenico Frattura e Massimo Cirulli, contestualmente, hanno depositato l'istanza di revoca degli arresti ai domiciliari.
Poche parole ai giornalisti presenti all'uscita dall'aula: "Sto bene - ha detto - ho fiducia nella magistratura".
Anche la segretaria dell'assessore, Lucia Zingariello, pure lei ai domiciliari, non ha risposto alle domande del Gip avvalendosi della facoltà di non rispondere. Nel palazzo di Giustizia del capoluogo adriatico sono comparsi anche Rosa Giammarco, responsabile dell’Agenzia per la Promozione Culturale della Regione Abruzzo, ed il vastese Ermanno Falone, rappresentante legale dell’associazione «Abruzzo Antico»; questi ultimi, implicati nell'inchiesta assieme a De Fanis e Zingariello, hanno in corso la misura dell’obbligo di dimora. Per l'avvocato Angela Pennetta, che difende Falone, il suo assistito ha spiegato la sua posizione, dichiarandosi estraneo ai fatti contestati.
L’inchiesta coordinata dal procuratore capo della Repubblica di Pescara e dal pm Giuseppe Bellelli mira a far luce sulle modalità di erogazione dei contributi regionali in base alla legge regionale n.43/73 che disciplina l’organizzazione, l’adesione, e la partecipazione a convegni, ed altre manifestazioni culturali.