Aumento delle tasse comunali da evitare: 'E allora vendiamo il Parco Aqualand!'

L'idea del consigliere comunale di opposizione Nicola Del Prete

riceviamo e pubblichiamo
04/11/2013
Attualità
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“Se la filosofia è quella di vendere le attività e le strutture pubbliche che non producono utili, come ad esempio la farmacia comunale inserita tra i beni da alienare, è bene che l’amministrazione provveda alla vendita anche del Parco Aqualand del Vasto che potrebbe sfruttare alle casse comunali diversi milioni di euro”.

Nicola Del Prete, consigliere comunale di opposizione analizza le diverse opzioni che potrebbero evitare l’aumento delle imposte comunali.

“A quanto mi risulta – spiega Del Prete -, ma spero di essere smentito con i documenti non con le chiacchiere, il gestore del parco 'Aqualand del Vasto' si è fermato al 2010 nei versamenti delle somme annuali che deve, per convenzione, al Comune. Addirittura l’ultimo versamento sarebbe un acconto, in contrasto con quanto previsto dalla convezione in essere che, invece, fa riferimento espressamente al versamento del dovuto in 'un’unica soluzione' entro dicembre dell’anno in corso. Ciò significa che il Comune di Vasto vanterebbe un credito, 2013 compreso, di oltre 250 mila euro per il solo affitto della struttura. Il problema, però, è anche un altro. Una struttura del genere produce rifiuti ed è dovuta, al pari di tutte le altre imprese turistiche, al pagamento della Tarsu in misura stabilita dalla giunta nel 2010 per una somma di euro 3,5 al mq. In precedenza quella tipologia di struttura pagava una somma notevolmente più bassa: 0,60 al mq. Ci piacerebbe sapere se il gestore ha provveduto al pagamento delle somme dovute e se non lo ha fatto, in quali termini gli uffici comunali hanno attivato le procedure per il recupero coattivo delle somme. Trattasi di decine e diecine di migliaia di euro.

Al tempo stesso, mi auguro che il gestore abbia provveduto a regolarizzare la morosità con la Sasi per il consumo di acqua, che pure cominciava ad avvicinarsi a cifre importanti. Eppure in estate il richiamo di quella che è stata una intuizione dell’ex ministro Gaspari, voluta ed avviata dall’ex sindaco Prospero ed inaugurata dall’ex sindaco Tagliente è alta, dunque accumulare debiti nei confronti del proprietario del Parco, ovvero il Comune e con enti che erogano altri servizi, non è segno di buona gestione. Mi rifaccio ad una dichiarazione del presidente del Consiglio comunale di qualche anno fa – incalza Del Prete – quando disse che era opportuno vendere Aqualand per dare respiro alle casse comunali.

Oggi più che mai, al cospetto di un bene che vale molto sul mercato dei servizi al turismo ma che non produce nulla all’amministrazione comunale perché il gestore ha sempre da rivendicare qualcosa che ha fatto per il Parco e per tanto deve essere sgravato dalle somme stabilite contrattualmente, è bene puntare senza esitazione alla vendita del Parco. Che non sarebbe penalizzante nei confronti del gestore visto che la convenzione in essere gli consente di esercitare nei 60 giorni successivi il diritto di prelazione. Gli effetti positivi per l’amministrazione comunale sarebbero diversi. Il primo è l’incasso di qualche milione di euro che di questi tempi fa sicuramente comodo. Il secondo è che, a quel punto, il titolare del Parco non potrà più accampare scuse sul chi deve fare cosa (come purtroppo avviene quando le convenzioni sono scritte per non essere chiare fino in fondo. Ndr: la rescissione del contratto per morosità non è previsto dalla convenzione!!!). Il terzo beneficio è che si darà modo a quanti hanno capacità imprenditoriali in questo settore (se il gestore dovesse rinunciare alla prelazione) di poter avviare nuovi ed importanti finanziamenti su una struttura che a quel punto sarà interamente privata e sulla cui gestione non ci sarà più il paracadute della presenza pubblica.

Al posto di chiedere ai cittadini vastesi più di 7 milioni di euro all’anno per la Tarsu, l’amministrazione comunale bene farebbe a rendere produttivi i suoi beni perché questa stretta dovuta alla crisi impone scelte precise che non possono, in nessun  modo, salvaguardare gli interessi di alcuno a scapito della collettività. E’ mia intenzione – conclude Del Prete – non limitarmi ad una semplice interpellanza, su questo argomento, ma di andare fino in fondo, anche scrivendo alla Corte dei Conti, se non verranno adottati provvedimenti immediati improntati alla salvaguardia dell’interesse pubblico. A proposito: qualcuno ha visto il campo di calcio che il gestore avrebbe già dovuto realizzare da anni per 260 mila euro in virtù del nuovo contratto di affitto fino al 2021?”.

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