Sulla legge di riordino dei Consorzi Industriali in Abruzzo e sul loro accorpamento nella nuova Agenzia regionale per le Attività Produttive registriamo un nuovo intervento dei dipendenti del Coasiv di Vasto.
In una nota sono Graziana Battaglini, Nicola Bernabeo, Giovanni Della Penna, Nicola Giancola, Pietro Smargiassi e Antonio Tomei a sottoscrivere il documento che di seguito pubblichiamo.
Assistiamo, non senza perplessità, al confronto accesosi di recente sulla riforma dei Consorzi Industriali d’Abruzzo, riforma rispetto alla quale i sottoscritti dipendenti del Coasiv di Vasto hanno sempre formulato, con la massima trasparenza, aspre critiche riguardanti tanto le modalità quanto i contenuti della stessa. Oggi, a meno di due mesi dall’atto di fusione tra i sei Consorzi chiamati coattivamente a fondersi, il territorio prende coscienza dello scippo in atto e, meglio tardi che mai, s’interroga sul perché, in un momento così complesso, il Vastese debba vedersi sottratto uno dei pochi Enti virtuosi presenti nella Regione che non pesa in alcun modo sulla spesa pubblica e non incide sui costi della politica, un patrimonio di circa 12.000.000,00 di euro, tre impianti di depurazione, un impianto di trattamento acque, 13 km di gasdotti ed una liquidità che manteniamo riservata ma che, evidentemente, fa gola a molti.
Non è nostro compito, e neppure c’interessa, capire chi fa solo chiacchiere o chi pensa di poter trarre beneficio da questa operazione fondata sui luoghi comuni e sulla propaganda di informazioni e concetti falsi e tendenziosi che hanno portato a definire la riforma come un evento “epocale”, senza conoscerne i contenuti e le conseguenze per questo territorio. Quello che ci preme è, invece, porre alcune domande ai consiglieri regionali che sostengono di fare gli interessi di questo territorio e più precisamente:
Ritenete di poter illustrare, dati alla mano, in che modo potrà sostenersi il nuovo Ente Arap alla luce del fatto che la riforma non è stata accompagnata da alcuno studio o piano economico-finanziario?
Ritenete di poter illustrare, dati alla mano, in che modo la solidità del Consorzio di Vasto potrà sopperire alla precaria situazione economica in cui versano gli altri cinque Consorzi (Teramo, Avezzano, Sulmona, L’Aquila, Casoli) coinvolti nella fusione?
Siete a conoscenza delle palesi violazioni del Codice dell’Ambiente insite nella legge regionale di riforma e nei successivi Atti della Giunta regionale che, contrariamente ai principi dettati dal legislatore nazionale (art. 150, D.lgs. 152/06), contravvengono palesemente la ratio della norma riguardo all’unitarietà della gestione aprendo, di fatto, la strada ad affidamenti gestionali in vantaggio di operatori economici privati?
Siete a conoscenza delle ulteriori palesi violazioni del Codice dell’Ambiente che, all’art. 172 – comma 6, prevede che tutti (tutti!!) gli impianti dovranno essere trasferiti, al momento opportuno, al Gestore del Servizio Idrico Integrato (da noi la Sasi)?
Siete a conoscenza del fatto che, per ciò che attiene le attività e funzioni del nuovo Ente Arap, vi è una palese discordanza tra ciò che prevede il Disciplinare approvato con D.G.R. 421/p e successivo parere della competente Commissione Consiliare regionale (IV) e lo Statuto approvato dai sei Consorzi che partecipano alla fusione e depositato presso le C.C.I.A.A. territorialmente, con l’evidente conseguenza che tale violazione creerà immediatamente problemi di conflittualità con altri Enti in materia di competenze e inevitabili risvolti negativi tanto di carattere economico per l’ARAP quanto di mancata efficienza per le Aziende?
Siete in grado di dirci perché volete obbligare le aziende già insediate a firmare una nuova Convenzione con l’Arap secondo i dettami dell’art. 6 del Disciplinare, soprattutto alla luce del fatto che le stesse non avranno migliori servizi ma solo maggiori oneri?
Siete in grado di dirci, in caso di fallimento del nuovo Ente Arap, a chi sarà affidata la gestione delle competenze delle aree industriali e se tali aree, già urbanizzate e dotate in larga parte delle necessarie infrastrutture, manterranno l’attuale destinazione d’uso e non saranno invece trasformate, anche parzialmente, in aree a diversa destinazione?
Ora, raccogliamo ed evidenziamo una proposta che ci è pervenuta da alcuni imprenditori: alla luce del particolare momento, perché non garantire un vantaggio di competitività al nostro territorio azzerando per cinque anni ogni costo derivante dal rapporto diretto tra Consorzio Industriale del Vastese ed Azienda già insediata o che magari intende insediarsi?
Auspichiamo risposte chiare, corredate da elementi effettivamente riscontrabili. Da parte nostra, ci impegneremo a promuovere a breve un dibattito pubblico sul tema.