Non è stata scelta a caso la prima settimana di marzo per lanciare la campagna di vaccinazione contro la rosolia congenita: è un problema che riguarda le donne in età fertile, e quindi la ricorrenza dell'8 marzo può essere un modo per richiamare l'attenzione dell'universo femminile su un tema forse sottovalutato ma non di poco conto. La rosolia, infatti, è una malattia benigna in età infantile, ma se viene contratta da una donna in gravidanza nei primi 3-4 mesi, può essere causa di natimortalità o gravi malformazioni fetali, oltre che di aborto spontaneo. Una buona ragione, dunque, per raccogliere l'invito del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica della Asl a recarsi in tutti centri vaccinali degli ambulatori di sanità pubblica presenti nel territorio della Asl per sottoporsi alla vaccinazione, un metodo gratuito e indolore per mettersi al riparo da qualunque rischio. L'obiettivo indicato dal Ministero della Salute è quello di eliminare completamente la rosolia congenita entro il 2007 somministrando il vaccino alle donne in età compresa tra 15 e 44 anni, con particolare attenzione alle adolescenti e alle immigrate. Per sensibilizzare il pubblico femminile al tema, sono stati coinvolti anche gli operatori di arre che sono comunque a contatto con le donne, come i medici di famiglia, i reparti di Ostetricia e Ginecologia, i consultori famigliari, le scuole, i centri comunali per la tutela sociale, che avranno il compito di illustrare l'iniziativa e i rischi derivanti dalla malattia.