Giudici di Pace verso la soppressione, un altro 'colpo' ai servizi nelle aree interne

Nel Vastese a rischio le sedi di Gissi e di Castiglione Messer Marino

Anna Bontempo
17/10/2013
Territorio
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E’ disponibile ad accollarsi le spese di gestione, pur di scongiurare la chiusura dell’ufficio del Giudice di Pace. C’è l’impegno dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Nicola Marisi per evitare che il presidio giudiziario di Gissi venga accorpato a quello di Vasto, costringendo i cittadini dei piccoli centri montani a disagevoli trasferte.

La chiusura è stata prorogata al 29 aprile 2014 con una circolare del Ministero di Giustizia: entro quella data (salvo ulteriori proroghe) la giunta del piccolo centro montano dovrà prendere formali provvedimenti. «Un impegno in tal senso c’è già», assicura il vice sindaco Agostino Chieffo, che esercita la professione di avvocato, «come amministrazione stiamo valutando la possibilità di destinare un dipendente del Comune all’ufficio del giudice di pace. Riteniamo che sia un presidio importante per il territorio e che vada salvaguardato. Proprio per questo siamo disponibili ad accollarci le spese per la gestione».

Nel frattempo nella sede di via Mariani (ex carcere mandamentale) si respira aria di smobilitazione e quell’inevitabile senso di incertezza e precarietà che accompagna i periodi di transizione.

Attualmente sono tre gli operatori in servizio nell’ufficio retto dal giudice di pace Lucia Anelli. Sono un cancelliere e due operatori giudiziari. «Il lavoro si è ridotto in misura considerevole: siamo passati dalle 1.050 cause del 2009, anno in cui si è raggiunto il picco dell’attività, alle 150 attuali», spiega il cancelliere Francesco Di Santo, «non è solo la conseguenza della ventilata chiusura dell’ufficio, ma anche l’effetto di altri provvedimenti, come l’introduzione del contributo unificato».

In odor di chiusura anche l’ufficio di Castiglione Messer Marino, nell’Alto Vastese.

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