Taglio delle guardie mediche: dal primo gennaio prossimo, scatta il ricorso al Tar contro il provvedimento firmato dal governatore Chiodi.
È l'ultima novità in ordine di tempo, emersa nel corso del Consiglio comunale monotematico di ieri pomeriggio a Celenza sul Trigno. L'assise civica ha votato all'unanimità la decisione di dare mandato al sindaco Andrea Venosini e alla giunta di ricorrere al Tar contro la soppressione della sede di guardia medica. Analogamente procederà il Comune di Carunchio e anche i Comuni di Cupello e Monteodorisio sono pronti a dare battaglia in tutte le sedi contro i tagli alla sanità dell'entroterra Vastese.
L'occasione del Consiglio monotematico è stata colta per parlare, insieme ai cittadini e ai politici di zona, del futuro dell'assistenza sanitaria nelle zone interne. Presenti in aula il sindaco di Carunchio, Gianfranco D'Isabella, l'assessore di Castiglione Messer Marino, Enzo Fangio, il sindaco di Monteodorisio, Ernesto Sciascia, l'architetto Pietro Smargiassi in rappresentanza del senatore vastese del Movimento 5 Stelle Castaldi, il consigliere regionale Franco Caramanico, il dirigente medico e presidente del Consiglio comunale di San Salvo, Eugenio Spadano, il dirigente medico del distretto sanitario di base di Castiglione, Fioravante Di Giovanni, e il manager della Asl, Antonio Flacco.
Il sindaco Venosini, che ha moderato l'incontro, è stato molto chiaro: «Il ricorso al Tar non è altro che uno strumento per prendere tempo. Congeliamo la situazione attuale, le sedi di guardia medica di Celenza e Carunchio restano attive e intanto tutti insieme lavoriamo ad una proposta alternativa da sottoporre alla Asl. L'attuale modello di sanità sul territorio è obsoleto e inefficace, era già superato nel 1995 quando si incominciò a parlare dell'inevitabilità dei tagli. Da allora la classe politica di zona non ha fatto nulla. Noi, invece, insieme al dirigente Di Giovanni, abbiamo già pronto un piano alternativo».
E proprio dirigente del distretto sanitario di base di Castiglione ha illustrato quello che ha ormai preso il nome di 'progetto Di Giovanni'.
«In base alle normative vigenti e in base al numero dei residenti nell'Alto Vastese ci spetterebbe una sola sede di guardia medica. - ha esordito Di Giovanni nel suo chiarissimo intervento - La Asl, esponendosi a mio avviso al rischio di un ricorso in Corte dei Conti, ne ha lasciate attive tre, ma si tratta soltanto di una situazione momentanea. Nell'immediato futuro, infatti, con il normale decremento della popolazione residente, perderemo non solo le guardie mediche, ma anche i medici di medicina generale. Nei prossimi mesi andranno in pensione due medici di famiglia e se tutto va bene ne verrà rimpiazzato uno solo. Nei piccoli centri si avrà quindi il medico per poche ore al giorno e solo in alcuni giorni della settimana. Questa è la situazione, rispetto alla quale ogni azione, anche il ricorso al Tar, è tardiva e risulterà inefficace. L'unica alternativa possibile - ha spiegato Di Giovanni - è proporre alla Asl un diverso e innovativo sistema di sanità sul territorio, un piano sperimentale che non ho inventato io, ma ho solo copiato da altre regioni dove già funziona da anni. La proposta è di utilizzare i medici di continuità assistenziale per le attività diurne. Di notte, risulta dai registri, le prestazioni sono scarsissime in numero. Invece utilizzando quelle risorse professionali di giorno per le necessità dei malati cronici, dei malati terminali, per le trasfusioni domiciliari, si innalzerebbe il livello di assistenza sanitaria sul territorio. Per la notte, invece, in caso di necessità, sarà attivo il 118, per le emergenza urgenze. Secondo il decreto Balduzzi abbiamo diritto a due postazioni di 118 H24. Oggi abbiamo un 118 H24 a Gissi e un 118 H12, ma senza medico a bordo, a Castiglione. A mio avviso possiamo anche rinunciare a due sedi di guardia medica in cambio di un'altra postazione 118 H24 e con medico a bordo. Questa proposta, allo stato, è l'unica alternativa possibile, ma teniamo presente che i tagli alla guardia medica sono ormai fatti e saranno operativi».
Una proposta, concreta, che ha trovato accoglienza nel dirigente della Asl, Flacco.
«Rispetto ai tagli delle guardie mediche voglio precisare che come Asl non abbiamo potuto fare altrimenti. Abbiamo solo dovuto applicare un riordino imposto da precise norme e basato su un calcolo matematico, quello del rapporto tra medici e numero di assistiti. Quello che possiamo fare, allo stato, è provare questo piano sperimentale proposto da Di Giovanni. E' un modello innovativo, il primo in Abruzzo, ma è bene ricordare che è comunque la Regione e il commissario alla sanità che dovranno approvarlo».
Dunque il ricorso al Tar, come ha ricordato più volte il sindaco Venosi, servirà solo a prendere tempo per approntare questa nuova proposta. Il governatore Chiodi taglia la sanità, l'Alto Vastese rilancia, proponendo un qualcosa di innovativo. Intanto il consigliere regionale Franco Caramanico ha annunciato che dall'assessorato regionale alla sanità ha avuto rassicurazioni che rispetto alla soppressione delle guardie mediche si opterà per uno slittamento: si lasceranno attive tutte le sedi almeno durante l'inverno ormai alle porte, rimandando i tagli alla prossima primavera. Per quel periodo il piano B, l'ormai famoso "progetto Di Giovanni" dovrebbere essere già pronto.