Sette paesi dell'entroterra Vastese resteranno senza guardia medica.
E’ stato un fulmine a ciel sereno quello che si è abbattuto sugli abitanti di Carunchio, Torrebruna, San Giovanni Lipioni, Celenza Sul Trigno, Castelguidone, Roccaspinalveti e Fraine.
Tra pochi giorni, in seguito al decreto n° 61, firmato il 27 agosto dal commissario ad acta della Sanità, il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi e dal sub commissario Zuccatelli, sarà immediatamente esecutivo l’atto che rimodula le circoscrizione del servizio di continuità assistenziale.
I sette centri potranno essere privati dell’essenziale e indispensabile servizio di guardia medica, "una vera violazione dell’articolo 32 della Costituzione", sottolinea Daniele Leone, originario di Celenza sul Trigno.
Una situazione a dir poco paradossale se si pensa che i paesi interessati hanno un bacino di utenza totale di oltre 5mila abitanti e che la legge prevede un rapporto ottimale di una guardia medica ogni 3.500 abitanti, sulla scorta di quanto già stabilito dalla Cassazione.
Scattano mobilitazione e proteste. Nel mirino le scelte di Chiodi ed i suoi criteri "puramente ragionieristici" con in ballo la salute di anziani, donne e bambini. "Come si fa a non rendersi conto che la guardia medica è un presidio fondamentale per un territorio montano come quello dell’Alto Vastese? Pensi - dice ancora Leone rivolgendosi direttamente a Chiodi - che i cittadini di Celenza per raggiungere la più vicina guardia medica dovranno percorrere oltre 40km di strade piene di buche, senza illuminazione e impraticabili durante l’inverno. Conviene loro percorrere 40 Km sulla Trignina e raggiungere l’ospedale di Vasto. Caro presidente ci stiamo preparando a portare la nostra causa prima davanti al Tar e poi nelle altre sedi fino ad arrivare alla Corte Europea dei Diritti dei Cittadini. Non ci faremo inchiodare!".