Ribattono punto su punto le organizzazioni sindacali territoriali Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Ultec-Uil alle dichiarazioni rese al Corriere Adriatico, quotidiano marchigiano, dalla proprietà della Silda Invest, una delle due aziende interessate dalla riconversione, dimostratasi 'fallita', dell'ex Golden Lady a Gissi (qui l'articolo).
Qui di seguito la nota dei sindacati, sottoscritta dai segretari provinciali Giuseppe Rucci, Franco Zerra e Arnaldo Schioppa, inviata alla redazione del Corriere Adriatico.
"'La famiglia Del Gatto (proprietaria della Silda, ndr.) vuole produrre calzature cento per cento made in Italy nel territorio di Gissi o in un qualsiasi altro ambito in cui la volontà di lavoro sia preponderante rispetto a quella, pur legittima, di passiva percezione degli ammortizzatori sociali'. Con questo monito della famiglia Del Gatto, si apriva un articolo apparso sul Correre Adriatico del 15 agosto 2013. Intendiamo fare alcune precisazioni e sottolineare alcune omissioni.
• Per fare impresa bisogna, come minimo, essere credibili e pagare i lavoratori;
• Golden Lady per agevolare la riconversione versa alla Silda spa 10.000 euro per ognuno dei 250 lavoratori compresi nell’accordo;
• La Silda, inoltre, riassumendo i lavoratori dalla mobilità, ha avuto ulteriori benefici previsti dalla Legge;
• A gennaio 2013 la Silda ha comunicato di voler andare avanti anche senza la formazione on the job, non prorogata dalla Fornero; ne abbiamo preso atto e abbiamo sottoscritto accordi in sede aziendale che andassero incontro a tale volontà, sia per i costi e sia per gli aspetti organizzativi/produttivi; tutti gli accordi non sono stati rispettati;
• A luglio 2013 presso la Regione Abruzzo l’azienda dichiara che non ci sono più le condizioni per portare avanti il progetto (è stato redatto un verbale) e licenzia tutti i dipendenti che tornano nella condizione iniziale (mobilità); questa soluzione è stata inevitabile poiché la Silda non ha mai presentato un nuovo piano industriale per far scattare il secondo anno di Cigs e inoltre non era in grado di garantire almeno 6 mesi di lavoro a tutti i dipendenti;
• I picchetti, come vengono chiamati, sono stati attivati poiché dalla Silda le maestranze vantano ancora diverse spettanze e neanche la fideiussione sottoscritta dalla Del Gatto (facendo rimuovere i picchetti!) ad oggi è stata onorata, tant’è che presso il Tribunale di Vasto, è stata presentata il 19 agosto formale istanza di fallimento;
• La serietà del sig.Daniele Di Battista, della Silda spa e della Del Gatto è stata certificata anche dal Fondo Previdenziale di categoria (Previmoda) che, con lettera formale agli aderenti, ha comunicato che le quote seppur trattenute in busta paga, non sono mai state versate;
• La loro serietà, inoltre, è stata ulteriormente rimarcata quando durante il presidio abbiamo ricevuto la visita della Macsenior srl di Montecosaro Scalo (Mc) che, attraverso il sig. Marco Giusti, chiedeva di non far uscire nessun macchinario dall’azienda, in quanto suoi e mai completamente pagati;
• Ad oggi c’è ancora in atto un sequestro conservativo confermato dal Tribunale di Vasto, diversi esposti presentati in Procura per far chiarezza sull’intera vicenda e rimane impresso in modo indelebile, negli occhi dei lavoratori, delle loro famiglie e di tutto il territorio, l’episodio accaduto alle ore 4 del 20 luglio 2013 quando il sig. Daniele Di Battista, alla guida di un Tir, spalleggiato da diversi soggetti (identificati dalle forze dell’ordine), cercava di forzare il presidio.
Quanto riportato in questo comunicato stampa può essere verificato sia con le Istituzioni locali, sia con le Forze dell’Ordine, sia con il Prefetto, sia attraverso il Tribunale di Vasto e sia con i vostri colleghi giornalisti del posto.
Tutto questo, evidentemente, stride con quanto dichiarato dalla Del Gatto soprattutto con la loro considerazione finale: 'I conti dell’azienda sono in perfetto ordine, le prospettive sono rosee e il marchio, così come il prestigio del nome, sono in costante crescita nei mercati internazionali, fra cui Russia e Cina'.
La volontà di lavoro per il nostro territorio (si è lavorato senza salario per ben 8 mesi all’interno dello stabilimento Silda spa) è sicuramente preponderante rispetto alla passiva percezione degli ammortizzatori sociali e soprattutto rispetto alla serietà, alla qualità e alla credibilità di un progetto industriale".