BOLLETTE ACQUA SASI: EMERSE IRREGOLARITA'

della redazione
10/01/2006
Attualità
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La Sasi, la società a capitale interamente pubblico che gestisce il ciclo idrico integrato in 76 comuni della provincia di Chieti, tra i quali Vasto e San Salvo, stamattina è tornata a far chiarezza sulla vicenda dei migliaia di solleciti di pagamento inviati nelle scorse settimane ad oltre 33mila utenti, molti dei quali, in realtà, non avevano alcuna bolletta non saldata. La società ha avviato fin dai primi giorni un'inchiesta interna che ha già portato i primi risultati. ''Sono state rilevate una serie di responsabilità sia interne che esterne all'azienda - ha puntualizzato il consigliere d'amministrazione Camillo La Barba, delegato al settore commerciale - ad esempio la società esterna che doveva provvedere all'inserimento dei dati di pagamento di circa 6mila fatture ha omesso di farlo. E chi doveva controllare non ha provveduto ad onorare i suoi impegni. E' chiaro che una volta accertate definitivamente le colpe, la Sasi avvierà tutte le procedure per tutelare i propri interessi, anche ricorrendo alle vie legali''. Nell'incontro di oggi è stato anche annunciato che la Sasi invierà a tutti gli utenti che avevano già pagato una lettera di scuse. ''E' chiaro però - ha aggiunto il presidente Massimo Cirulli - che l'80 per cento di quei solleciti riguardavano davvero utenti morosi che non avevano mai pagato le forniture. Da quest'anno, comunque, non si verificheranno più disservizi, visto che il servizio di fatturazione dallo scorso aprile viene gestito internamente dal nostro personale. Per migliorare ulteriormente il servizio ai cittadini, oltre alle sedi periferiche che sono attive già da tempo, nei prossimi mesi sarà attivato un call center telefonico e un sito internet, attraverso i quali i nostri clienti potranno ottenere tutte le delucidazioni sulla loro posizione amministrativa e segnalare anche disagi''. Nel corso dell'ultimo consiglio di amministrazione, il presidente Cirulli e gli altri consiglieri hanno deliberato la riduzione del 10 per cento delle proprie indennità. ''Una scelta - ha precisato il presidente - non certo obbligata da nessuna disposizione di legge, che consentirà, però, di risparmiare circa 20mila euro l'anno''.

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