In un'abitazione ancora in costruzione e disabitata, in una zona di campagna di via del Porto, aveva allestito un vero e proprio mercato ittico abusivo, particolarmente frequentato, specialmente nel corso della notte. Nei guai, con l'accusa di commercio di sostanze alimentari nocive, è finito il proprietario dell'immobile e curatore del mercato, un pescatore di 40 anni di Vasto, G.N., le sue iniziali. A scoprire il giro clandestino sono stati gli uomini dell'Ufficio Circondariale Marittimo di Punta Penna ed i Carabinieri della Compagnia di Vasto, che hanno agito congiuntamente, coordinati dal comandante Ivan Savarese e dal capitano Giuseppe Loschiavo. Complessivamente sono stati 60 i quintali di prodotto ittico - tra pesce e novellame fresco e congelato - sequestrato (del valore di circa 15.000 euro), conservato e quindi venduto in ambienti giudicati insalubri dal servizio veterinario della Asl Lanciano-Vasto e dai Carabinieri dei Nas di Pescara intervenuti sul posto. Al mercato ittico ufficiale del porto di pesce se ne commercializza meno di due quintali, dato sufficiente a comprendere la portata del commercio abusivo stroncato. I militari sono giunti nottetempo nella zona, dopo una serie di appostamenti. Verificata, dunque, quella che si sostanziava come un'attività parallela di trasporto e successiva vendita e distribuzione di prodotti ittici, in spregio e violazione delle normative vigenti in materia sanitaria e di commercializzazione dei prodotti. Tra questi sogliole, triglie, scampi, scampetti, canocchie, cozze e vongole, conservate in due celle frigorifere presenti in due locali dell'abitazione teatro delle contrattazioni e nel cui cortile veniva organizzata una vera e propria asta pubblica con il pesce battuto non sistemato nelle condizioni minime di igiene richieste per situazioni di questo tipo. ''Al momento non si esclude - ha rimarcato il comandante del Circomare di Punta Penna di Vasto, il tenente di vascello Ivan Savarese - che molte pescherie dei comuni rivieraschi, ma anche dell'entroterra di Abruzzo e Molise, si rifornissero proprio presso questo centro di distribuzione che, di fatto, usciva fuori dagli ordinari canali di controllo''. Di notte l'oscura stradina di campagna, che fiancheggia il fabbricato in questione, diveniva luogo attraversato da non pochi mezzi per il trasporto del pesce con la successiva organizzazione dell'asta e del mercanteggio. Il prodotto venduto che finiva sulle tavole dei consumatori, nelle proprie case o nei ristoranti (probabilmente ignari di come avvenisse a monte la distribuzione), secondo la ricostruzione operata dai militari, proveniva da pescherecci che sbarcavano il proprio pescato nel porto di Termoli. Al vaglio degli inquirenti ci sono ora le posizioni di chi ha partecipato alle varie aste con rischi di multe salatissime. I particolari dell'operazione sono stati illustrati questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, alla presenza, oltre al comandante Savarese ed al capitano Loschiavo (nella foto), del capo del Compartimento Marittimo di Ortona, Donato De Carolis.