«Senza calze. Senza scarpe. Senza lavoro». Uno dei cartelli dei lavoratori che protestano a Pescara descrive in modo nudo e crudo la situazione degli eterni 'ex Golden Lady'. Dopo anni di lavoro nel 'gigante' dei collant, gran parte dei dipendenti sono stati coinvolti nell'attività della Silda Invest, azienda marchigiana che produce calzature di fascia medio-alta e oggi la speranza di tornare a un lavoro regolare sembra allontanarsi ancora di più.
Incredibilmente, ieri mattina i rappresentanti della stessa azienda non sono arrivati nello stabilimento in Val Sinello per partecipare al secondo giorno dell'incontro urgente da loro convocato. Le macchine, inoltre, sono state fermate. Da qui la decisione di sindacati e lavoratori di raggiungere la sede della Regione a Pescara con indosso ancora il grembiule blu. L'Inps entro domani vuole i nomi di chi desidera tornare in mobilità.
Nella città adriatica sono stati ricevuti dal dirigente del settore Lavoro della Regione Abruzzo, Giuseppe Sciullo. Presente - questa volta - anche la proprietà.
La notizia è che l'azienda licenzierà i 160 dipendenti. Il verbale firmato insieme alle parti sociali prevede che se entro e non oltre lunedì prossimo arriverà una convocazione dal Ministero dello Sviluppo economico la Silda cercherà di presentare un nuovo piano industriale richiamando i neo-lincenziati. In caso contrario, si riaprirà il limbo della mobilità.
La giornata non è finita a Pescara. Al ritorno lavoratori e sindacati hanno raggiunto chi è rimasto in Val Sinello per un'assemblea di fabbrica e aggiornare tutti.
Su tutti i buoni propositi dell'azienda che ha ripetuto nuovamente di credere ancora alla riconversione aleggia però l'insormontabile interrogativo legato alla riconosciuta mancanza di liquidità della Silda Invest.
Per ora di certo c'è solo la situazione descritta sui cartelli.