CUP ALL'OSPEDALE DI VASTO, PER MARCELLO UN ''CENTRO UNICO PATEMI''

Paola Cerella
12/02/2007
Attualità
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''Altro che Centro Unico Prenotazioni, il Cup dell'ospedale di Vasto è, tra code interminabili e grande caos, un Centro Unico Patemi!''. L'accusa è del consigliere comunale Luigi Marcello, esponente del Comitato Civico, che ha scritto una lettera aperta al direttore generale della Asl Lanciano-Vasto, Michele Caporossi, per denunciare una sconcertante esperienza vissuta in prima persona al Cup del nosocomio vastese. ''L'esperienza diretta - precisa Marcello - è da sempre il mezzo con il quale i problemi vengono alla luce. Bisogna, poi, trovare la forza per denunciare quello che non funziona e per il quale sarebbe opportuno adoperarsi per rispondere ai crismi di una sanità sociale, vicina al paziente o all'assistito in genere. Nei giorni scorsi - racconta il consigliere comunale - sono entrato al Cup con l'intento di versare il ticket per delle sedute di fisioterapia. Neppure il tempo di superare la porta d'ingresso che mi si è parato davanti uno spettacolo alquanto indecoroso: una fila quasi interminabile di assistiti, tant'è che il numero assegnatomi dal distributore era il 70. Ho visto anziani e donne incinte in piedi in un caldo incredibile, tra le urla dei minori e due sportelli soli aperti. Due? Sì, perché gli altri due erano chiusi in quanto, a dire degli impiegati presenti e da me interpellati, gli addetti allo sportello erano ammalati. E se si dovessero ammalare anche gli altri due, il Cup non funzionerebbe affatto? E poi, cosa ci fanno gli anziani in fila, visto che sono esentati dal pagamento del ticket? A loro basta un semplice timbro di attestazione dell'esenzione, ma pure per apporlo bisogna stare in fila, contrariamente a quanto accadeva tempo addietro. Ho parlato con persone che dovevano solo prenotare delle indagini mediche - prosegue Marcello - perché presumibilmente avrebbero dovuto attendere qualche settimana per sottoporvisi e che erano lì in attesa, secondo me, senza alcun giustificato motivo, vista l'esistenza di un centro telefonico di prenotazione che risulta tra i servizi attivati dalla Asl. ''Provi a telefonare'', mi hanno risposto, ''starà in linea per ore senza avere risposta''. Morale della favola, un anziano o una gestante, obbligati a stare in piedi, visto l'esiguo numero di posti a sedere e l'ambiente veramente angusto, ma anche una persona comune, rischiano di fare una fila di due ore, com'è capitato al sottoscritto, e di trovarsi, poi, costretti a rimandare l'intervento richiesto in quanto non si fa più in tempo a sottoporvisi. Non credo ci voglia molto per dare una svolta - conclude il consigliere - ad una situazione che nel 2007 non può essere così poco ''sociale'' e che segna una mancanza di rispetto verso la persona e la sua dignità''.

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