Spiagge e boschi per naturisti in Abruzzo, una proposta di legge che fa discutere

Critico Tagliente: 'Ben altri i problemi. Siamo alla frutta? No, in mutande'

a cura della redazione
06/06/2013
Attualità
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Un progetto di legge con a tema la "valorizzazione del turismo naturista" è stato presentato dai consiglieri regionali Riccardo Chiavaroli, Nicola Argirò, Gianfranco Giuliante ed Emilio Nasuti (Pdl), Maurizio Acerbo (Rifondazione Comunista), Carlo Costantini e Cesare D’Alessandro (Italia dei Valori) e Marinella Sclocco (Partito Democratico)..

I proponenti partono dalla considerazione che "le statistiche dimostrano che in Italia le stime ufficiose parlano di oltre un milione di sostenitori del naturismo. Un milione di persone che si trovano oggi in gran parte a dover scegliere strutture estere per le loro vacanze e che in futuro potrebbero invece scoprire, a partire dalle località dedicate ai naturisti, l’intero Abruzzo. Il naturismo - aggiungono - contribuisce in maniera significativa al bilancio annuale del settore turismo. Questo significativo segmento turistico potrebbe interessare anche l’Abruzzo, che diventerebbe un nuovo polo attrattivo turistico per i naturisti di tutta Europa”.

Recentemente tale argomento era stato affrontato anche a Vasto, nell'ambito di un incontro organizzato dalla sezione abruzzese dell'Associazione Naturista, tenutosi all'Oasi Punta Aderci.

Obiettivo del progetto di legge è, con la collaborazione di Comuni ed enti competenti in materia, "individuare e destinare spiagge marine, lacustri o fluviali, boschi ed altri ambienti naturali di proprietà del demanio o di enti pubblici alla libera pratica del naturismo".

Tra i primi ad intervenire a seguito dell'iniziativa, fortemente critico, il consigliere regionale vastese del Pdl Giuseppe Tagliente.

“Leggo la notizia della presentazione in Consiglio regionale di un disegno di legge sul Naturismo, a firma congiunta di un gruppetto di consiglieri di entrambi gli schieramenti, e mi chiedo: 'Siamo alla frutta? No, siamo letteralmente in mutande!'. Non che ci sia qualcosa di male nel perorare la causa di chi ama mostrarsi in pubblico come mamma l’ha fatto, ma – benedett’Iddio! – con tanti problemi che ha il nostro Abruzzo, sanità, trasporti, industrie in crisi, disoccupazione e infrastrutture da realizzare, proprio della pratica del  nudismo, ci si deve preoccupare? Ai promotori della legge, i quali si sono spinti a definire, anche con una punta di sussiego, il Naturismo addirittura come un 'fenomeno sociale che merita attenzione e va disciplinato con norme chiare', suggerisco vivamente di volgere invece lo sguardo altrove, possibilmente dalla cintola in su, e di considerare che gli abruzzesi hanno oggi ben altri c…avoli con cui fare i conti”.

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