A quasi un anno dal salvataggio della Cima Cosmos di San Salvo, è di nuovo allarme all’interno del gruppo che produce molle per automobili ed elettrodomestici.
Ad agosto l’azienda cesserà l’attività e, in base all’intesa raggiunta nel maggio dello scorso anno, 8 dei 22 dipendenti dovranno essere riassorbiti dall’azienda dello stesso gruppo, la Cima Cid.
Per gli altri scatta la mobilità e la possibilità di trasferimento. La formula studiata per salvare i lavoratori fece ben sperare i sindacati che non escludevano una ripresa nella produzione. Invece, la situazione pare essere peggiorata. La Cima Cid non riuscirà ad rioccupare gli 8 lavoratori, anzi annuncia un’eccedenza di 15 dipendenti sui 39 impiegati. Un fulmine a ciel sereno che rimette tutto in discussione.
Lunedì 20 maggio si tornerà a trattare, ma i tempi sono strettissimi e, a differenza di altre realtà nella stessa zona industriale, anche gli ammortizzatori sociali non potrebbero bastare. Il gruppo usufruisce già dei contratti di solidarietà.
«Il primo passo – spiega Mario Codagnone della Fiom-Cgil – è quello di usare tutti gli strumenti che il ministero ci mette a disposizione, ma qui c’è bisogno dell’impegno concreto della società. L’azienda deve studiare nuovi prodotti. Ha un centro di ricerca in Italia per farlo. Solo così può salvaguardare i lavoratori e non tradire gli accordi di un anno fa».