''Sondare la possibilità di un nuovo acquirente che rilanci la Denso di San Salvo e le potenzialità del settore automotive'': la proposta, intesa come ultima ratio, viene dal segretario generale della Cisl Leo Malandra. Malandra analizza la difficile situazione della fabbrica, su cui incombe il pericolo di una drastica riduzione di personale, delineando una strategia per contrastare l'atteggiamento dell'azienda che, sinora, non ha fornito indicazioni circa i piani di sviluppo ed il ruolo affidato allo stabilimento sansalvese. Un insediamento il cui futuro appare incerto per stessa scelta della casa madre. ''La Denso continua a considerare il costo del lavoro come il principale artefice del deficit di bilancio - evidenzia Malandra - e ha scelto di non agire in funzione dello sviluppo, in sintonia con i lavoratori e il territorio''. Scelte che si concretizzano nella ''volontà di non intervento sulle responsabilità del management locale che ha creato l'attuale situazione», e nella «mancata volontà di introdurre nuove produzioni, di rafforzare i settori esistenti, di cercare nuovi clienti''. Le stesse decisioni di ''emarginare gradualmente il cliente Fiat'', la ''mancanza di volontà nell'instaurare corrette relazioni sindacali, di confrontarsi, di aprire a proposte di soluzione'' per Malandra costituirebbero parte di un unico disegno che va contrastato. E Malandra indica un percorso: ''Ottenere la presentazione di un vero piano industriale; riallacciare il dialogo tra Denso e Fiat anche attraverso la mediazione di Governo e Confindustria; coinvolgere le popolazioni del territorio in più incisive azioni di lotta; riportare la vertenza ad un tavolo governativo che verifichi le politiche industriali del gruppo Denso in Italia''. ''Un Gruppo che non può agire disinteressandosi totalmente del territorio in cui opera - conclude Malandra - basandosi solo sul profitto selvaggio''.